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Il federalismo fiscale una realtà rivoluzionaria

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GiuseppePennisi Il federalismo fiscale è una realtà, anche se ci sarà un lungo periodo di transizione. Dobbiamo, quindi, imparare a vivere in un nuovo quadro. Due libri ci aiutano a farlo. Il federalismo fiscale non implica solamente di dividere le fonti di gettito tributario tra centro e periferie (Regioni, Province, Comuni) ma di definire il "nucleo duro" di competenze economiche essenziali da mantenere al centro e di "devolvere" il resto alle periferie. Non si può avere federalismo economico e pretendere "uniformità" di servizi ai cittadini su tutto il territorio nazionale. Tale "uniformità" impedirebbe le scelte delle periferie su priorità e livelli di tassazione; quindi, renderebbe o impossibile o finto il federalismo politico. Lo sottolinea efficacemente Learco Saporito che ha vissuto il processo che sta portando al federalismo fiscale in tre vesti differenti: da componente del Governo, da legislatore e da studioso di diritto. Il suo libro fresco di stampa «Regionalismo, Federalismo e Interesse Nazionale» (Jovene Editore pp. 246 euro 20) rigorosamente giuridico, dimostra come dal 2001 (nuovo Titolo V della Costituzione) siamo in mezzo ad un guado: lasciando la sponda napoleonica (ove pensassimo forse adatta al 21simo secolo) ci siamo dati mani e piedi, al federalismo burocratico senza avere definito il federalismo politico e quello fiscale. Non possiamo neanche più permetterci la scappatoia, molto mediterranea, di un federalismo finto. Ci auguriamo che Saporito produca presto una nuova edizione alla luce della nuova normativa. Più problematico «Il Federalismo» (Italianieuropei 2009 pp. 283 euro 8), una raccolta di saggi (ben 25 autori, tutti collocati in quella che si definisce "sinistra riformisti"). È divisa in tre parti: il federalismo in Italia, le questioni aperte (11 saggi dei 25) e l'attuazione del federalismo fiscale (9 saggi). L'attenzione è, quindi, principalmente sulle questioni aperte. Per Massimo D'Alema, che ha scritto un'ampia prefazione, il nodo centrale è il ruolo del Parlamento che "deve diventare il luogo istituzionale di composizione delle istanze locali, delle spinte centrifughe, dei particolarismo". Riuscirà un Parlamento così vasto come il nostro e caratterizzato da un bicameralismo perfetto a svolgere questa funzione? Oppure il federalismo fiscale non è che un primo passo verso una più ampia rivisitazione della Costituzione?

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