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Se l'infelicità è folle

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Tiberiade Matteis La purezza di uno sguardo limpido sulla vita umana che Elsa Morante seppe descrivere poeticamente nel suo sbrigliato e fantasioso «Il mondo salvato dai ragazzini» esprime la sua ludica e folle visione metafisica ne «La canzone degli F.P. e degli I.M.», provocazione di quello stupefacente personaggio che è il «pazzariello», inseguito da un medico e due infermieri, presentata al pubblico romano stasera, in unica replica, sul palco del Teatro Quarticciolo con ideazione e regia di Marco Martinelli. Alessandro Argnani, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Alessandro Renda sono convocati a diffondere una predica sovversiva sulla tendenza degli I.M. (Infelici Molti) a perseguitare gli F.P. (i Felici Pochi). Così scriveva l'autrice: «Che significa F.P.? Si tratta di un'abbreviazione per Felici Pochi. E chi sono i felici pochi? Spiegarlo non è facile, perché i Felici Pochi sono indescrivibili. Benché pochi, ne esistono d'ogni razza sesso e nazione epoca età società condizione e religione. E che significa I.M.? Si tratta, ovviamente, anche qui d'una abbreviazione per Infelici Molti. E chi sono gli infelici molti? Sono tutti gli altri». «A vent'anni dalla morte, si parla troppo poco della Morante», racconta il regista Marco Martinelli. «Quello che ci ha toccato è che, oltre ad aver previsto la grande omologazione e il regno degli "Infelici Molti”, possedeva una sorta di "premura rivoluzionaria". Il pensiero della compagnia del Teatro delle Albe corre anche a Martin Luther King quando diceva: "Se anche sapessi che domani sarà gettata la bomba atomica, oggi pianterei lo stesso il melo nel mio giardino”. È su questo che abbiamo fondato la nostra poetica, in una costellazione dove brillano il gesto irriducibile di Luther King e la premura rivoluzionaria di Elsa Morante. La canzone degli F.P. e degli I.M. di Elsa Morante lancia un messaggio eretico: si può essere felici. Anche in un mondo di cinici, di manipolatori e consapevolmente manipolati, di "berlinesupermolleggiatefuoriserieultimomodello", di camicie regolarmente lavate stirate disinfettate”. Anche in questa dittatura della felicità nella quale viviamo dove i felici, quelli veri, sono pericolosi eversori guardati con sospetto».

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