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Poli: «Ci insegna a immaginare il futuro»

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Èla fotografia di Mattei fatta dall'attuale presidente dell'Eni, Roberto Poli. «Uno che è sempre stato troppo avanti. E che è stato il miglior imprenditore del secolo scorso», dice. Uno venuto dal niente. Nacque nel 1906 ad Acqualagna, la patria del tartufo, nelle Marche: industrie di mobili, operai sindacalizzati. Ma quella zona fu comunque roccaforte democristiana (Arnaldo Forlani è di Pesaro). Ci nacque (e nella piazzetta coi portici, davanti al Teatro Comunale, lo ricorda una targa) perché fu comandato lì il padre, brigadiere dei carabinieri. Quattro fratelli, studi in collegio per non gravare sulla famiglia, poi via, in fabbrica, prima un mobilificio, poi una conceria. Quando l'azienda chiude, Mattei va a Milano, apre una fabbrichetta. Si diploma ragioniere, si iscrive all'università. La guerra, il 1943 e l'avventura con i partigiani, quelli cattolici, dai quali nascerà la Dc. «Li chiamò, i suoi amici partigiani, per scavare una buca dove far passare la condotta del gas», ricorda Poli. Finisce la guerra, Mattei è nominato da Cesare Merzagora commissario dell'Agip. Più che la liquidazione di un «carrozzone», è l'avvio di una miniera d'oro nero, l'Eni. Alla quale si lega la rinascita del Paese. «Mattei aveva capito per primo - chiarisce Poli - che il fabbisogno di energia era il collo di bottiglia per la ricostruzione dell'Italia. Bisognava romperlo o allargarlo, altrimenti la crescita del dopoguerra sarebbe stata compromessa». Ecco allora la ricerca di alleanze, coi produttori di greggio arabi, africani, dell'Est. Ecco il lavoro ai fianchi delle «sette sorelle», come chiamava Mattei il cartello delle maggiori compagnie petrolifere. Per la crescita del Paese ideò l'Autostrada del Sole, simbolo dell'Italia del boom. «Ma seppe anche prevedere l'escalation del prezzo del petrolio e dunque la necessità del nucleare, e della centrale di Latina». Che cosa insegna Mattei all'Eni di oggi? «Molte sue intuizioni sono ancora importanti - dice Poli - Certo, l'Eni attuale è diversa, sia in termini quantitativi che di presenza internazionale. È presente in sessanta Paesi del mondo, cerca di competere con quelle stesse compagnie che Mattei aveva avversato. E ora compete con successo».

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