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La libertina Valèrie fa scandalo con il "Diario di una ninfomane"

Belen Fabra, protagonista di Diario di una ninfomane

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Si riapre il capitolo delle polemiche sulle censure cinematografiche. Stavolta è nel mirino il film di Christian Molina, «Valèrie, diario di una ninfomane», che solo dal titolo evoca immagini fin troppo esplicite, rispetto ad una trama che invece appare piatta e priva di erotismo. La pellicola, interpretata da Belèn Fabra, Angela Molina e Geraldine Chaplin, sarà distribuita dal 30 aprile in 70 sale da Mediafilm, ma senza il permesso di esporre il manifesto che non sarà affisso neppure fuori dal cinema in cui sarà programmato. Il poster ritrae un busto femminile con una mano che tocca il bordo dello slip di pizzo nero. Bocciata anche la seconda versione del manifesto, nella quale è stata messa una barra nera a mo' di censura. Mentre il distributore di Mediafilm, Tommaso Tabarelli, si è rifiutato di togliere dal titolo, come richiestogli, la parola «ninfomane». Il film, per ora, è uscito in Spagna, dove il manifesto è stato affisso nelle strade per poi essere ritirato solo dal comune di Madrid, con una motivazione ben precisa: sui cartelloni non era specificato, come previsto dalla legge, «pellicola non raccomandata ai minori di 13 anni». In Italia, il film passerà lunedì il visto della censura (e ci si aspetta un divieto ai 14 o ai 18 anni). Intanto, anche grazie al libro semi autobiografico dell'autrice e sessuologa franco-spagnola Valèrie Tasso, da cui è tratta la pellicola, i primi veti restano: Raidue ha bloccato la partecipazione di domani della scrittrice a «Quelli che il calcio», perchè avrebbe affrontato tematiche non compatibili con la fascia oraria protetta. Si tratta del primo romanzo della Tasso, edito da Marco Tropea, tradotto in 15 lingue e giunto nelle top ten delle liste dei best sellers di oltre 10 Paesi. «La protagonista comunica con il linguaggio del corpo - ha detto la giovane attrice Fabra, ieri alla Casa del Cinema di Roma accanto all'autrice del romanzo -. La sua inquietudine è legata al fatto che non può vivere come vuole per paura dei giudizi degli altri. Nonostante i suoi incontri poco felici con gli uomini, che spesso tendono a sfruttarla, riesce comunque a vivere senza paura e con coraggio. Ma la sua natura è inquieta e distruttiva. Scende negli inferi, arriva a prostituirsi ma, alla fine, ritrova se stessa. La sua esperienza mi fa venire in mente i versi di una canzone di Jovanotti: "vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare"». Per l'autrice Tasso, «il film è drammatico e racconta una parte importante della vita della protagonista. Valèrie è una donna a cui la società riconosce tutto: merito, bellezza e fascino, ma lei è mossa dalla curiosità di scoprire la parte più intima dell'uomo e usa la sessualità come strumento di conoscenza. Non si deve e non si può porre l'attenzione solo sulla sessualità, sul poster o sul titolo del film. La storia racconta i meccanismi del potere e chi controlla il sesso ha il potere nel nostro mondo. Non si deve confondere Valérie con una donna desiderabile, perché è lei che desidera. L'errore che si commette oggi e nell'educare i giovani all'astenersi dal vivere. Se c'è una violenza sulle donne, ritengo che il colpevole sia senza dubbio l'uomo, ma le donne hanno la responsabilità di restare in quella situazione. E come dice la nonna (Geraldine Chaplin) della protagonista, forse, "la ninfomania è solo una parola inventata dagli uomini, perché le donne si sentano colpevoli... Se un uomo ha tante donne è un macho, ma se si tratta di una donna, vine considerata una poco di buono».

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