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Bonelli: i brani romani piacciono all'estero

Elena Bonelli

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{{IMG_SX}}Elena Bonelli ha colmato il vuoto lasciato nella Canzone Romana diventandone erede con lo spettacolo «Roma in the World» e, dopo le standing ovation alla prestigiosa Carnegie Hall di New York, torna per celebrare oggi il Natale di Roma. Bonelli, quali brani ha scelto per il grande evento? «Mi esibirò in alcuni brani romani contaminandoli con lingue e sonorità di diversi Paesi. Cantare in Piazza del Campidoglio è un sogno senza eguali: proporrò "Chitarra Romana" mescolando il sound romano con quello portoghese; "Sinnò me moro" con lo spagnolo, "Vecchia Roma" in francese, "Roma nun fa la stupida" in inglese con swing da musical di Broadway. Inoltre, reciterò dei brani, tra cui "Er fattaccio de Vicolo der Moro", e farò un omaggio ad Anna Magnani e a Gabriella Ferri». Come spiega il successo della canzone romana all'estero? «Sono ormai sei anni che porto il mio progetto "Roma in the world" in tour: mentre prima cantavo le canzoni napoletane. Poi ho sentito l'esigenza, da romana, di dedicarmi al mio dialetto. Ho ideato il progetto con Carlo Lizzani, Pippo Caruso e Sergio Bardotti. Certo, all'estero la canzone romana non gode della stessa tradizione di quella napoletana. Anche perché i romani, più pigri e più fortunati, non hanno partecipato a flussi migratori come i napoletani. Ma la canzone romana, a Tokyo, come a New York o a Rio de Janeiro, scatena più applausi ed energia nel pubblico».  Qual è il rapporto tra gli stornelli dialettali e i giovani? «I ragazzi vengono spesso esortati dai genitori a venire ai miei concerti. Però, una volta conosciuta la canzone romana, si divertono e si appassionano».  Su tutti quali sono i testi e le musiche più applaudite? «La società dei magnaccioni", poi "Il barcarolo romano", "Arrivederci Roma" e "Roma nun fa la stupida stasera"». Si sente l'erede di Gabriella Ferri? «Mi farebbe molto onore. Anche perché i cantanti romani sono stati davvero pochi nel passato: Lina Cavalieri è stata stoppata dalla censura papalina e ha poi avuto successo all'estero. Poi, c'è stato Petrolini. Infine la Ferri, Villa e Fiorini. oltre ad attori come Magnani e Proietti che hanno cantato le nostre canzoni più belle».

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