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Dall'infinito alle pentole

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Fisico di fama mondiale, Nicola Cabibbo è autore di una delle maggiori scoperte sui Quark, particella fondamentale nell'universo e oggetto continuo di ricerca. Ne parla proprio oggi all'Accademia dei Lincei. «La mia teoria sul mescolamento dei Quark è del 1963 - ricorda Cabibbo, professore ordinario di fisica delle particelle elementari a La Sapienza di Roma - Ora torno a discuterne e non sarà facile. Devo capire come spezzare bene il pane della scienza», aggiunge con un sorriso. Che cos'è il "mescolamento dei Quark" e come giunse a individuarlo? "Come molte teorie scientifiche, anch'essa nacque da una difficoltà nell'interpretazione dei dati sperimentali, disponibili nei primi anni Sessanta, sul decadimento delle particelle "strane". Quei dati sembravano andar contro un'idea originariamente partorita da Fermi: il fatto che le interazioni "deboli" dovessero avere una forza di tipo universale. La teoria del mescolamento è servita a spiegare che invece le cose stanno proprio così, ma in un modo più complicato. Questa scoperta ha avuto, o avrà, ricadute nella vita di tutti noi? "Pratiche non direi, almeno non prevedibili. La ricaduta semmai è in termini cognitivi, per l'importanza di questo tipo di scoperte sulla conoscenza del funzionamento delle particelle elementari e della materia. E poi ci sono le "ricadute laterali": l'invenzione di nuovi strumenti, utili nella vita quotidiana, a partire dagli ingenti mezzi sperimentali della ricerca. La medicina fa uso di acceleratori di particelle per la cura dei tumori. O ancora, si pensi al teflon: uno dei più illustri figli della ricerca spaziale, finito poi nelle padelle". Di ricadute, almeno sulla sua vita, la scoperta ne ha avute parecchie. Un Nobel sfiorato nel 2008 e poi dato a due fisici giapponesi, per studi proprio sul "suo" filone. Sono ancora vive le polemiche... "Per carità, ho avuto abbastanza discussioni e guai non avendo ricevuto il Nobel. Tremo al solo pensiero di quanti ne avrei avuti se me lo avessero dato, il Premio! Grazie, vivo benissimo senza". Lo "scandalo" però resta. All'epoca lei rispondeva: "Non ho nulla da commentare".  E oggi? "È vero che la mia teoria è alla base di quella proposta da Makoto Kobayashi e Toshidide Maskawa. Ma la loro idea è comunque nuova. I due fisici hanno pensato che, aumentando il numero dei Quark da quattro a sei, si sarebbe potuto spiegare il fenomeno dell'asimmetria tra materia ed antimateria. Successive verifiche ed esperimenti hanno mostrato che avevano ragione. Ad oggi sembra che proprio "sei" sia il numero di Quark vero, definitivo. Insomma, l'idea sviluppata era la mia. Ma ciò cui loro sono giunti è una teoria nuova e diversa. So che molti si aspettavano che il Nobel arrivasse a me, all'Italia. Non è stato così". La tragedia in Abruzzo. A distanza di dieci giorni, e con la "madre di tutte le inchieste" in partenza, chiedo anche a lei: si poteva evitare? "Proprio lì, al Gran Sasso, abbiamo il nostro laboratorio, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Le dico solo che l'edificio non solo ha retto, ma ha continuato a funzionare in modo perfetto. Evidentemente era stato costruito secondo le regole. Il terremoto d'Abruzzo non era così grave da far crollare ciò che fosse stato ben costruito".

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