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Il dado è tratto, il ministro Bondi ha deciso.

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Incaricodi tre mesi, il tempo - è speranza - di riordinare i conti in rosso. Di allontanare lo spettro delle «perdite finanziarie del biennio», dice la nota del ministero per i Beni Culturali. E di sbloccare l'impasse della «mancata approvazione del bilancio consuntivo 2008 e di quello previsionale 2009». Nel contendere dei conti - che il sovrintendente in scadenza Ernani ha sempre sostenuto essere a posto, se non ci fossero stati i tagli del Governo - il teatro lirico capitolino finisce però nell'occhio del ciclone, dopo esserne stato ai margini per settimane e settimane. Azzerate tutte le cariche, dal cda al nuovo direttore artistico, Nicola Sani. I sindacati annunciano scioperi a oltranza, la Regione boccia senza appello la decisione e dice con il Governatore Marrazzo: «Un grave errore». E la Provincia, per bocca del presidente Zingaretti, rilancia. «Una decisione incomprensibile». Bondi sottolinea che il provvedimento non è «politico», anzi è «a favore del teatro, nella convinzione che con la gestione commissariale sia più facile reperire risorse». Ma questo stop non ci voleva. L'Opera aveva avviato una stagione innovativa, con una serie di «tutto esaurito», spettacoli di rilievo internazionale, il podio illuminato già due volte nell'arco di pochi mesi dall'astro di Riccardo Muti. Che si pensava di agganciare più stabilmente al Costanzi, perché Alemanno vagheggiava il Maestro nel ruolo di direttore musicale della Fondazione. Adesso il nome di Muti si aggancia a «un'altra storia che verrà dopo», diceva ieri mattina Alemanno, all'avvio di una giornata convulsa. Cominciata l'incontro di sindaco, assessore alla Cultura Croppi, governatore Marrazzo, capo di gabinetto del Ministero, Nastasi, sottosegretario Giro e ministro Bondi, in collegamento telefonico. Il commissario straordinario in pectore mette subito un paletto. «Non sono disponibile a tagliare la stagione per rimetterci in equilibrio». Bondi raccomanda ad Alemanno di fare di tutto perché il cartellone venga preservato. Ma pare arduo che in tre mesi il sindaco-commissario riesca a mettere a punto un piano straordinario di interventi sulla base del quale gli enti fondatori - Regione, Comune e Ministero - possano investire risorse. Il buco è di 8-10 milioni, dice il Collegio Romano, 4-5 nei conti 2008, altrettanti in quelli previsionali 2009. La realtà, adesso, è la furia dei sindacati. Scioperi a oltranza, annunciano Fials e Libersind. «Bloccheremo i balletti russi in cartellone in questi giorni, ma anche Pagliacci di Zeffirelli in programma a maggio». Già da ieri sera, poi, è stato un incalzare di assemblee, con lo spettro, anche, dell'occupazione del teatro di piazza Beniamino Gigli. Ernani ha rifiutato i commenti a caldo, ma ha convocato un incontro stampa per questa mattina. Sani commenta: «Il favore del pubblico mi ha premiato con 45 mila presenze nel primo trimestre 2009, 400 in più rispetto al 2008». La Cgil parla di «gioco truccato», Giulia Rodano, assessore alla Cultura del Lazio, di scelta «imbarazzante». Alemanno ringrazia Bondi e dice di accettare per il rilancio del Teatro. I melomani pregano.

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