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Fiorello: «Non sono un tipo da Mediaset Non mi piace fare le telepromozioni»

Fiorello

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{{IMG_SX}} E aggiunge: «La difficoltà tipica della tv generalista è di sperimentare, perché appena proponi qualcosa di nuovo pensano subito agli ascolti». «Siete voi giornalisti che mi avete trasformato in un fenomeno, io non credo di esserlo - dice lo showman - Aver fatto la pubblicità del mio nuovo spettacolo, praticamente a reti unificate, ha suscitato tanto scalpore perché ci si è buttata sopra la stampa». Poi racconta: «Una giornalista di un'agenzia mi ha visto a Blob e ha detto: "Cavolo, Fiorello a Blob!". Allora l'ha lanciata come una notizia, i giornali l'hanno ripresa ed è partito il meccanismo che mi ha portato a "Striscia", "X Factor", e via dicendo». «La verità è che sono pigro da morire - confessa - Fare un programma è impegnativo e molto faticoso. Il Fiorello Show invece è un montaggio di pezzi dello spettacolo dal vivo che farò a Roma. Vuoi mettere? Senza l'ansia degli ascolti è tutto molto più facile. La verità, a proposito di libertà, è che io non sono un affare per un'azienda». E conclude: «Lavoro a un programma televisivo ogni quattro anni, come ai Mondiali di calcio! Per questo non capisco tutto questo clamore per il mio personaggio a Sky. Sarebbe giusto meravigliarsi se a fare una cosa del genere fossero Gerry Scotti o Maria De Filippi per Mediaset, o Carlo Conti per la Rai, personaggi che si identificano con un'azienda per cui lavorano. Io non sono così».

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