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Bacchetta teutonica per melodie russe

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PaolaPariset Torna per il concerto di questo pomeriggio nell'Auditorium Conciliazione, come davvero tutti i musicisti che si sono esibiti con l'Orchestra Sinfonica di Roma della Fondazione Roma, il direttore tedesco sessantunenne Gunter Neuhold, già ospitato dall'istituzione, per una serata dedicata a Mendelssohn e a Shostakovic (con replica domani sera). Sull'amore per l'Italia di Neuhold – formatosi a Graz e a Vienna, già direttore della Filarmonica Reale delle Fiandre, del Badisches Staatstheater di Karlsruhe e del Teatro di Brema, sempre impegnato con grandi orchestre internazionali – la dicono lunga non solo il giovanile corso di perfezionamento, seguìto proprio a Roma con Franco Ferrara, ma anche i cinque anni trascorsi da Neuhold al Teatro Regio di Parma nel 1981-86, alla direzione dell'Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini. Egli torna a dirigere l'Orchestra Sinfonica di Roma nel frattempo perfezionata nei suoi elementi - grazie alle continue selezioni messe in atto dal direttore artistico e musicale Francesco La Vecchia - e cresciuta per le frequenti e impegnative tournée di successo, come quella in Cina nel 2008 e quella recente presso la Filarmonica di Berlino e a Cracovia. In programma è la «Kammersymphonie op.110 a» di Dmitri Shostakovic – artista tuttora discusso per la partecipazione al regime in Urss, ma profondamente scosso dalle atrocità della guerra, cui dedicò la celeberrima Settima Sinfonia «di Leningrado» (1941) – che in realtà è la strumentazione per archi attuata da Rudolf Barshai del «Quartetto op.110» di Shostakovic, molto autobiografico perché composto nel 1960, dinanzi alle rovine belliche di Dresda e dedicato «Alle vittime del fascismo e della guerra». La scrittura è complessa, l'atmosfera è tetra e talora tragica, culminando nel grottesco valzer dell'Allegro molto, rievocante la danza che i nazisti facevano eseguire ai condannati davanti alla loro fossa. Per stemperare l'atmosfera, di Felix Mendelssohn verrà poi suonata la «Sinfonia n.3 Scozzese», scritta nel 1829 durante il viaggio del compositore in Inghilterra con la famiglia (ma eseguita a Lipsia solo nel 1842) e ispirata ai luoghi tenebrosi in cui visse e fu uccisa Maria Stuarda regina di Scozia. La Sinfonia però non ha nulla di tragico ed è espressione soprattutto della serenità e della fluente scrittura musicale, ricca di soluzioni timbriche, del grande Felix Mendelssohn.

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