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L'altra faccia del femminismo

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Tiberiade Matteis Un omaggio scenico alla donna e alle sue potenzialità umane e creative è contenuto nello spettacolo «Ho 40 anni e sono ancora mia», scritto e diretto da Pino Ammendola, interpretato dall'attrice e cantante Maria Letizia Gorga, stasera alle 21 nel nuovo Teatro Cassia. La beat generation si misura con le veline, a cinquant'anni dalla creazione della Barbie, in un allestimento che celebra il cambiamento operato dall'universo femminile nella coscienza collettiva, attraverso un vivace ed emblematico percorso canoro che va da «Noi le donne, noi» a «Gianna», da «Quello che le donne non dicono» a «Gli uomini non cambiano». Sul palco una cantante ricostruisce la vicenda di sua madre, impegnata quaranta anni prima, proprio mentre era incinta di lei, a partecipare alle prime kermesse femministe, intonando vecchi brani di protesta delle mondine. A Maria Letizia Gorga spetta di vivere entrambi i ruoli, in una sorta di flash-back, con l'accompagnamento di una formazione musicale pop-rock: Stefano De Meo alle tastiere, Paola Caridi alla batteria, Pino Iodice alla chitarra e Andrea Pintucci al basso, con direzione musicale e arrangiamenti di Stefano De Meo. «È emozionante restituire questo confronto generazionale - ha spiegato la protagonista - La figlia può dire di non aver pagato per la sua autonomia in quanto è stato un regalo di sua madre. C'è un appello da rivolgere a tutti: dobbiamo riappropriarci di noi stessi e rischiare in prima persona senza paura di comprometterci. Le battaglie combattute anni fa e i diritti conquistati vengono attualmente rimessi in discussione con una recrudescenza di violenza sulle donne e un nuovo revanscismo del maschio che sente di perdere il suo potere sulla vita». «In un momento in cui il potenziale rivoluzionario del femminile rimane l'unica speranza di cambiare il mondo è importante raccontarlo a teatro - ha dichiarato l'autore e regista - La canzone è un veicolo popolare in grado di descrivere quarant'anni in cui, nonostante tutto, le donne sono riuscite a tutelare i mutamenti sociali. Sono fra gli uomini che hanno vissuto con solidarietà e condivisione il femminismo, grazie alle donne che ho frequentato».

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