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Non bastano una barba e uno sguardo per creare il Genio

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Ma non sarebbe solo un bel ritratto del maestro dei maestri, bensì un vero e proprio «Autoritratto»! Di punto in bianco, dal profondo dei tempi dell'Umanesimo, un sogno si materializza! Chi non ha desiderato trovare in cantina o in soffitta un capolavoro incognito, comprato e dimenticato, quindi misconosciuto, tra il ciarpame del bisavolo? A mia conoscenza non è quasi mai successo! I capolavori possono passare di gusto ed essere solo vecchi quadri un po' sporchi e ossidati, ma chi lo ha avuto in famiglia può dimenticarne l'autore, ma, certamente, non il valore! Il nuovo «Autoritratto» vinciano non è altro che l'ennesima copia, forse neanche antica (mancano i dati analitici per attestarlo, XIX secolo?) del presunto «Autoritratto» conservato all'interno dell'apposito settore che le Gallerie degli Uffizi in Firenze, hanno riservato al «genere». Anche questo, a lungo reputato autografo, non è altro che una copia del XVII secolo (comunque di qualità migliore di quella in oggetto), ispirata al ben noto capolavoro grafico, a sanguigna, conservato nell'Accademia di Torino. Certamente l'effigie più nota (divulgata «ab origine» tramite copie, incise, disegnate e dipinte) del genio toscano. Non bastano una barba fluente e uno sguardo, certamente non interrogativo, ma angosciato dall'incertezza esecutiva («Monna Lisa» è tutt'altra cosa!), per fare «Leonardo»!

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