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Arisa: "E' cominciata la mia favola"

Arisa, vincitrice delle Proposte del 59° Festival di Sanremo

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Di cognome fa Pippa, complicato da gestire quando sei un'artista. Così Rosalba si è rifugiata in un acronimo, Arisa, nel quale ha voluto legare le iniziali dei genitori e delle sorelle. Perché la famiglia è il luogo della memoria, dove sentirsi accudita e restare bambina, in quella fattoria di Pignola, nel Potentino, dove «i pranzi erano interminabili, il cielo sempre azzurro, la temperatura mite, e potevo prendere il sole nel gazebo della nonna. Quello è il mio mondo ideale». Ora Arisa vive a Roma, zona Bravetta, dove «la gente mi sorride, e in qualche modo mi fa sentire un po' protetta, come tutti noi dovremmo essere». Lei la sua favola la vive avvolta nel suo look anni Venti, molto rivisitato, e l'aerea felicità che trasmette "Sincerità", quel motivetto swing che non può non evocare un desiderio di leggerezza per volare via da questi tempi cupi. L'hanno paragonata ad Anna Marchesini, Cappuccetto Rosso o al personaggio del "Fantastico mondo di Amelie", e via immaginando. «Qualcuno ha detto che sembro Calimero, e va bene così, lo preferisco a Naomi Campbell: spero che se lei mi sente non si offenda...». Con Laurenti formerebbero una coppia da fumetto, e lo stesso Luca l'ha notato, lui e quella sua voce da Paperino. Arisa ha 27 anni, e quando era piccola si esercitava cantando "Fatti mandare dalla mamma" di Morandi, e poi cercando di emulare Whitney Houston o Mariah Carey, prima di affinare la propria tecnica ai corsi di Mogol. «Ma il mio vero mito è il Quartetto Cetra, che cerco in tv negli spezzoni d'archivio. Che nostalgia quelle puntate di Studio Uno in bianco e nero, oggi gli spettatori sono costretti all'inerzia mentale», sospira, come se di anni ne avesse sessanta. «Non mi sento di appartenere davvero a una generazione giovane, è come se non mi sentissi compresa dai miei coetanei, come se io fossi fuori dal tempo, non ancora adulta però consapevole». A chi tiene le redini di questo Paese chiede «ragionamenti e decisioni da prendere in modo più semplice: c'è troppa burocrazia che ci opprime». Meno di 24 ore dopo la sua vittoria fra le Proposte, Arisa sembra ancora non credere al suo sogno. «Quando Bonolis ha pronunciato il mio nome, mi sono detta: "è il mio momento". E così mi spiace di aver dimenticato di ringraziare il grande Maestro Lelio Luttazzi». "Sincerità" è diventato in un lampo il leit-motiv dell'Italia che vuole cantare un ottimismo semplice e fiabesco. Ma il suo album d'esordio, già nei negozi, è un florilegio di stili pop e jazz. «E di canzoni dedicate a donne tradite, o che non credono in se stesse, o devono sacrificare la propria esistenza al lavoro. Le vorrei tutte in una fiaba a lieto fine».  

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