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Addio a Domenico Guzzi, il narratore degli artisti dimenticati

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E forse quelle brevi ma illuminanti frasi restano ancor oggi il suggello più prestigioso al contributo che Guzzi ha offerto alla storia dell'arte del '900. Un contributo che avrebbe potuto dare chissà quali altri frutti se non fosse stato drammaticamente stroncato, due giorni fa, dall'improvvisa scomparsa del critico e saggista romano, cinquantacinquenne da poco più di una settimana. Figlio e allievo di un pittore e critico d'arte dalla personalità autorevole come Virgilio Guzzi, Domenico ne ereditò la passione per le ricerche saldamente radicate in una linea figurativa di matrice realista. Ed ebbe poi il merito di dare il giusto rilievo storico, con un accurato lavoro di scavo filologico, ad artisti dimenticati dal rincorrersi sempre più frenetico delle mode. Lo dimostrano due fra le sue fatiche più impegnative: il volume «L'anello mancante. Figurazione in Italia negli anni '60 e '70» (Edizioni Laterza, 2002) e «Renzo Vespignani. Questa mia quotidiana avventura» (De Luca, 2007). Degni di rilievo sono poi anche i suoi studi sulla pittura metafisica di Giorgio de Chirico, a cui si era dedicato fin dalla sua tesi in storia dell'arte. I funerali di Domenico Guzzi si tengono oggi alle 11 nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.

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