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«Recitare? Per me ormai è una necessità»

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Ho cominciato a scuola, avevo cinque o sei anni. Le recite scolastiche mi hanno insegnato molto. E poi ho deciso di iscrivermi alla scuola del Piccolo Teatro di Milano». Ora cosa sta recitando? «Con una bravissima Lucilla Morlacchi e con Stefano Accorsi. Sono suor James ne "Il dubbio". La regia è di Sergio Castellitto. Stiamo in tournée dopo aver avuto un ottimo successo al Teatro Valle di Roma». È vero che prima di essere attrice era una fornaia? «Mio nonno aveva un forno e mia madre faceva il pane. Anche io per un periodo prima di essere un'attrice facevo il pane fino all'una di notte a San Miniato. Fare che il pane mi ha regalato emozioni profondissime». Una bambina silenziosa? «Sì, è vero. Una bambina tranquilla. Ho imparato ed iniziato a parlare da grande. Per anni, ho utilizzato un linguaggio tutto mio per comunicare e non volevo in alcun modo parlare la lingua degli altri. Litigavo con una mia cuginetta coetanea perché non volevo pronunciare le parole in un modo tradizionale». Ma chi è Alice Bachi? «Una donna testarda e orgogliosa quanto mai. Segno zodiacale leone». Fra i tanti valori la famiglia è un valore assoluto? «Sì penso di essere una donna di altri tempi. Ho ricevuto un'educazione tradizionale». Le piace il cinema? «Ho avuto una breve esperienza cinematografica, mi attende un ruolo più importante in un prossimo film. Il teatro mi sta dando molto, il cinema ha sicuramente un modo di recitazione diverso dal teatro ma credo sia una strada da percorrere, per chi fa il nostro lavoro». E la sua Toscana? «Tutti i miei ricordi, la mia famiglia, i miei amici, le mie amiche e i miei compagni di scuola sono lì». Se non avesse fatto l'attrice? «Forse mi sarebbe piaciuto fare il medico. Ho anche tentato, ma non sono riuscita a frequentare l'università. Ho ripiegato sulle materie biologiche ma la recitazione era e sarà la mia passione. E, quindi, spero di aver scelto bene». E l'amore? «Amo all'antica, ho un compagno con il quale convivo. Sono fedele e tradizionale. E sicuramente non me ne pentirò».

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