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Alberto Burri e Lucio Fontana sono le due star, gli artisti ...

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Il suo top price sono stati i 20 milioni di dollari per «Concetto spaziale, la fine di Dio» (1963), aggiudicato da Sotheby's a Londra un anno fa. Per Burri invece si è ancora fermi ai 3.800.000 dollari del «Sacco rosso» (1959) battuto da Christie's a Londra nel febbraio 2007. Pur avendo lavorato nell'ambito della stessa temperie, l'informale, i due geniali artisti erano molto diversi: Fontana estroverso e prolifico, Burri chiuso e attento a non eccedere nella sua produzione. Sia come sia, questi due giganti dell'arte europea sono ora i protagonisti di uno straordinario confronto a distanza attraverso due grandi mostre che rappresentano due tappe capitali nella loro storia espositiva, con pregevoli cataloghi editi da Skira. Burri è celebrato attraverso cento capolavori nell'esposizione allestita alla Triennale di Milano. Quasi 150 sono invece le opere di Fontana presentate a Genova, nelle sale di Palazzo Ducale. Se Burri è artista del fuoco (bellissime in mostra le sue plastiche bruciate) ma soprattutto della terra, legato com'è per via evocativa ai paesaggi umbri ed all'ascesi francescana, Fontana è l'esploratore dell'acqua (strepitoso il suo "acquario" fatto di ceramiche a soggetto marino esposte a Genova) e lo spericolato acrobata dell'aria che insegue almeno un frammento d'infinito cosmico per donarlo agli uomini. L'uno tira fuori un imprevedibile spirito classico perfino dalle materie più brute, l'altro rinnova con ineguagliata levità lo spazio barocco portandolo lontano dalla dimensione di un quadro o di una scultura, verso un'espansione ambientale e planetaria. La sfida continua. Gabriele Simongini

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