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"X Factor salverà la musica"

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Il cantautore non nasconde le difficoltà dell'industria discografica ma, anziché trincerarsi dietro malcelati snobismi, cavalca le potenzialità dei talent show televisivi. Francesco Guccini, tra i mille successi della sua carriera, non le viene voglia di proporre anche brani inediti? «È proprio quello che farò nel prossimo concerto di Roma il 23 gennaio. Suoneremo "Il testamento del pagliaccio" e "In collina"». Di cosa parlano le due nuove canzoni? «"Il testamento" racconta di un pagliaccio che confida ciò che l'ha fatto morire. È un uomo che sperava nella democrazia e nella libertà ma si trova a dover morire quasi intossicato dalla sua stessa speranza. "In collina", invece, è una poesia in dialetto bolognese che ho tradotto e musicato». Il nuovo cd di Luca Carboni è dedicato ai grandi cantautori degli anni Settanta e l'ultimo brano in scaletta è «L'avvelenata». Anche lei l'avrebbe inserita in un'antologia di quegli anni? «Basta con questa canzone. Non ne posso più. Una sera ho incontrato Vasco Rossi e mi ha detto che «L'avvelenata» è la sua canzone preferita. Ma io ne ho scritte tante altre e anche più belle. Io stesso non la suono più nei concerti. Sembra che io abbia scritto solo questa. Certamente ci sono cose che non passano inosservate nella musica leggera». Le è mai capitato di guardare X Factor, il talent show di Raidue? «L'ho visto l'altra sera e sono rimasto colpito da quel gruppo di ragazzi argentini che ha proposto "Bocca di rosa" di De Andrè. Conosco Mara Maionchi e penso sia molto brava». Trasmissioni come questa sono utili alla musica leggera? «Più che utili. Oggi le case discografiche non possono più investire tanti soldi sui personaggi. Per cui è difficile sfondare se non si passa per questi canali. È l'unica possibilità per un giovane che voglia fare musica nuova. Un tempo questo ruolo era svolto da Sanremo». Mancano pochi giorni all'inizio del festival. Lo vedrà in tv? «Non lo so. Non è un appuntamento che aspetto con ansia. Magari lo guarderò qua e là ma con scarsa attenzione». Cos'è che non la convince di Sanremo? «Non mi piace la gara. E poi le canzoni nascono appositamente per quel palco e non le trovo molto interessanti. Non è un discorso da snob ma è come se i brani fossero falsati».

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