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Giotto, Caravaggio, il Futurismo Quando la rivoluzione incendia l'arte

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E se il 2009 sarà appunto l'anno dell'incendiario Futurismo (nato il 20 febbraio 1909 per mano di Marinetti sulla prima pagina di «Le Figaro»), tutti e dodici i mesi saranno illuminati dai fuochi d'artificio di mostre dedicate ad alcuni tra i massimi rivoluzionari dell'arte, coraggiosi innovatori che in epoche diverse hanno aperto inedite strade verso l'avvenire rovesciando abitudini consolidate. Ne è emblema l'artista che nei prossimi giorni aprirà e quindi porterà verso il suo termine quest'anno espositivo: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, l'inventore di un realismo disarmante e pur colmo di inquieta spiritualità. Dal 17 gennaio la Pinacoteca di Brera, a Milano, per festeggiare il proprio bicentenario presenterà la mostra «Caravaggio ospita Caravaggio», incentrata su quattro capolavori del gran lombardo, fra cui «I Musici» del Metropolitan Museum di New York e la «Cena in Emmaus» della National Gallery di Londra. Ma il clou caravaggesco si avrà in autunno, da fine settembre, quando la Galleria Borghese a Roma aprirà le porte all'elettrizzante confronto fra il Merisi ed un altro grande rivoluzionario, a noi più vicino, come Francis Bacon. Ma si può essere dirompenti innovatori anche guardando in modo nuovo al passato, come dimostra il prodigioso neoclassicismo di Antonio Canova, soprannominato ai suoi tempi il «moderno Fidia» e protagonista dal 25 gennaio della più importante rassegna finora mai dedicatagli, ai Musei di San Domenico di Forlì: 160 opere complessive, fra cui 26 suoi marmi, molti suoi strepitosi disegni e acquerelli, oltre a capolavori di Tiziano, Raffaello ed Hayez. Un'altra mostra che si annuncia epocale è quella che il Complesso del Vittoriano, a Roma, dedicherà dal 6 marzo ad uno dei più radicali rivoluzionari di tutti i tempi: Giotto, colui che anche agli occhi dei suoi contemporanei «rimutò l'arte del dipingere di greco in latino e ridusse al moderno». Poiché però il 2009 nasce sotto la costellazione futurista ecco i principali ed imperdibili appuntamenti dedicati ai «Signori della Luce» (come amavano autodefinirsi). «Futurismo 100» è il trittico di esposizioni coordinate da Ester Coen che iniziano con «Illuminazioni. Avanguardie a confronto, Italia, Germania, Russia» al Mart di Rovereto dal 17 gennaio, proseguono con «Astrazioni» al Museo Correr di Venezia dal 5 giugno per chiudersi con «Simultaneità» dal 15 ottobre nel Palazzo Reale di Milano in omaggio soprattutto a Boccioni. Il 6 febbraio aprirà ancora nel Palazzo Reale di Milano «Futurismo 1909-2009 (Velocità+Arte+Azione)», con 400 opere che scandiranno tutti i multiformi campi d'azione futuristi. Mentre pochi giorni dopo, il 20, in esatta coincidenza con la pubblicazione del manifesto parigino, si inaugurerà nelle romane Scuderie del Quirinale la mostra più importante sul movimento marinettiano, coprodotta col Centre Pompidou di Parigi e la Tate Modern di Londra. Grande rilievo, è proprio il caso di dirlo, avrà la scultura con tre attese mostre: la straordinaria famiglia dei Della Robbia, scultori e ceramisti rinascimentali, sarà celebrata dal 21 febbraio al Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna di Arezzo accanto ai capolavori di Donatello e Andrea del Verrocchio mentre dal 3 aprile il Bargello a Firenze ospiterà «I marmi vivi. Gian Lorenzo Bernini e la nascita del ritratto barocco» e dal 23 aprile «La forma del Rinascimento. Donatello, Andrea Bregno, Michelangelo e la scultura a Roma nel Quattrocento» sarà di scena a Palazzo Venezia. Né va dimenticata la mostra che riporterà idealmente nella sua città natale uno degli artisti più sublimi di tutti i tempi: «Raffaello e Urbino», presentata nelle mirabili sale del Palazzo Ducale dal 5 aprile. Approdando sinteticamente all'arte del '900, ricordiamo la mostra di Alberto Burri alla Galleria Nazionale dell'Umbria, a Perugia, dal 4 aprile, e poi in autunno un trittico di rassegne da non perdere: l'oggettività post-metafisica e straniante di Edward Hopper sarà protagonista al Palazzo Reale di Milano, gli aerei e leggeri «mobiles» inventati da Alexander Calder allieteranno il Palaexpo di Roma mentre i colori festosi e dinamici di Piero Dorazio porteranno un'irrefrenabile energia nelle sale della Fondazione Roma Museo. Basterà tutto ciò per scacciare i venti di crisi che incombono sull'affluenza di visitatori nei musei, già in calo nel 2008 e prevista in ulteriore diminuzione nei prossimi mesi?

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