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Renzo Arbore: "La mia tv non è mai tradizionale"

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In televisione l'informazione è ben fatta ma l'intrattenimento è scadente

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Renzo Arbore, lei è stato considerato il più grande rivoluzionario della televisione italiana. Qual è il suo segreto? «L'"Altra Domenica" è stato sicuramente il format più rivoluzionario della televisione italiana. La trasmissione si ispirava al telegiornale. I programmi sperimentali devono avere una determinata tipologia di pubblico. Per poter realizzare programmi innovativi, rivoluzionari, nuovi, devi scegliere un pubblico più colto, più attento, più attrezzato, come succede anche in America con programmi come "David Letterman Show"». Lei ha avuto successo sia in Italia che in tutto il mono con l'Orchestra Italiana, cosa rappresenta per lei la musica? «Io sono partito dalla musica. Ho cercato di fare jazz che ha come caratteristica principale l'innovazione e l'improvvisazione. Il Jazz è stato una grande rivoluzione del 900 non ci sono dubbi ed ha creato la libertà. Dall'improvvisazione io ho inventato i miei show in radio, in tv, nel cinema e con l'Orchestra Italiana continuo ancora a farlo». Come è vista l'Italia nel mondo e come sono cambiati i nostri connazionali? «Ci sono due aspetti: il pubblico più semplice conosce la bellezza del nostro paese, dei nostri artisti come Pavarotti,Bocelli, Benigni, Fellini, conosce la Ferrari e la moda. Ma il pubblico più informato conosce le magagne dell'Italia di oggi a partire dai problemi economici, all'instabilità dei governi e alla furbizia tipica dell'italiano. Oggi la nuova immigrazione è di imprenditori che investono e lavorano in tutto il mondo ed hanno successo, come per esempio Richard Grasso Presidente della Borsa di New York.» Il made in Italy ha sfondato nel mondo, ma questo successo non corrisponde alla realtà del Paese, perché? «Arrivano subito agli occhi i nostri disservizi. Dal problema dei rifiuti di Napoli alla politica litigiosa, ai governi che cadono rapidamente. Trovo gravissimo che l'Italia sia solo al settimo posto nella classifica dei Paesi più visitati. Eravamo al secondo posto dopo gli Stati Uniti e non mi sembra possibile che il nostro Paese non venga rivalutato. Occorre portare alta l'immagine dell'Italia come paese del Gusto, della Fantasia e della Bellezza. Sarebbe la formula vincente». Come giudica la tv di oggi? «È divisa tra giornalismo e intrattenimento. Il primo è ben fatto, vivace e i format come "Matrix" e "Porta a Porta" funzionano. Nell'intrattenimento invece si va all'inseguimento del basso, dello scadente. La televisione non per forza deve essere educativa, ma mai diseducativa. Sono un grande e acuto osservatore della televisione di oggi, la passione è molto forte ma ritengo che il compito che mi spetta è di fare qualcosa completamente diverso dal tradizionale perché è nel mio stile».

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