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I pazzi conquistano Bisio

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La regia è di Giulio Manfredonia, sceneggiatura di Fabio Bonifacci, nel cast Giorgio Colangeli, Anita Caprioli e un gruppo di attori, nel ruolo dei matti, veramente bravi. Ieri, al termine della proiezione, applausi convinti. «La cosa straordinaria - aggiunge Bisio - è che è una storia vera, non una favola. Quando l'ho scoperto mi si è accapponata la pelle». Il film è ambientato nel 1984 (c'è la scomparsa di Enrico Berlinguer a datare con precisione gli eventi) e racconta l'esperienza di un sindacalista alla guida di una cooperativa di disabili mentali. Per il comico conduttore di Zelig si è trattato di una esperienza importantissima, legata ad una recitazione teatrale e per la quale ha dovuto veramente esercitare «il mestiere dell'attore». Difende poi la legge Basaglia: «Certo, ci possono essere delle fragilità in questa legge, ma credo che ormai sia un punto di non ritorno, una fatto di civiltà» e difende anche il ruolo dei sindacalisti, in questi ultimi tempi sotto accusa: «Finché ci saranno dei lavoratori i sindacati serviranno». Manfredonia spiega così la scelta di Bisio: «I comici prima di essere tali sono degli attori, e di solito molto bravi. Io ho pensato a Claudio come attore». Il tema trattato ed il finale lasciano ampi spazi per un seguito: «Ma non al cinema - precisa Manfredonia - Mi piacerebbe invece farne una serie in tv». Qualche perplessità ha suscitato il fatto che la pellicola non sia in concorso. Ma il regista ha subito voluto spegnere ogni polemica: «Non so perché il mio film non sia stato messo in gara - ha spiegato - Non è una cosa che possiamo scegliere noi. Comunque siamo qui e non c'è grande differenza. Io sono pronto a competere, se mi ci mettono. Posso capire che personaggi come De Oliveira preferiscano fare diversamente, ma io ho quarant'anni e non ho problemi a concorrere». E a questo punto Bisio è stato sopraffatto dalla sua vena comica e non ha saputo trattenere la battuta: «Ma questo De Oliveira, chi è ?»

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