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Monica Bellucci

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La diva si cimenta in una scena di sesso bollente, di cui si era fantasticato nelle scorse settimane, ma che alla fine si risolve in un abbraccio sotto la doccia in cui l'attrice mostra il suo bellissimo seno. La storia (scritta dalla regista con Ivan Cotroneo) è quella di Roberto (Pierfrancesco Favino), un uomo che prova - soffrendo e piangendo - le varie possibilità sentimentali: ama senza essere riamato da Sara (Ksenia Rappoport), è amato senza amare Alba (Monica Bellucci) e ama nella corrispondenza dei sensi. Tutto manifestando un'intensa fragilità ed emotività che testimonia la fine del macho latino. Intanto, il protagonista divide le sue giornate nella farmacia con la burbera dottoressa (Marisa Paredes), anche lei vittima dell'amore perché è stata lasciata dal marito, e con il fratello gay (Michele Alaique) legato sentimentalmente a Yuri (Glen Blackhall): unica coppia che riesce a far vincere l'amore vero, sotto le note della bella colonna sonora di Carmen Consoli. «Ci sono già stati molte storie sul dolore sentimentale maschile, ma stavolta le modalità dell'atteggiamento cambiano - ha spiegato Favino -. Basterebbe ricordare la figura di Dante: non era il sommo poeta che aspettava l'amata in chiesa e aspettava un suo sguardo, soffrendo in silenzio? Per non parlare di Catullo. Mentre, nel cinema, Brando nel film "Ultimo tango a Parigi" è un uomo che soffre per amore ma lo fa senza perdere la sua immagine di macho. Anche a me è capitato di essere stato lasciato, ma gli uomini i loro fallimenti li comunicano solo agli amici. E la stessa cosa - credo - fanno le donne». Se la regista ha sottolineato che «la sofferenza o la gioia dell'innamoramento sono identici sia per le donne sia per gli uomini», la divina Bellucci ha svelato che «se un uomo può soffrire è altrettanto vero che anche una donna bella e indipendente può essere lasciata. È quello che accade al mio personaggio: ho amato il ruolo di donna ordinaria, adulta, indipendente economicamente che soffre per amore e si trova in un momento della vita in cui desidera una famiglia e un figlio ma si trova davanti a un rifiuto, all'abbandono da parte dell'uomo che ama. Sono una donna che lavora, ho una famiglia e una figlia, ed è solo lo sguardo degli altri che vede in me una bellezza ingombrante. Ma io non vivo così il mio sex appeal e non mi sono mai portata a casa i miei personaggi, però non li dimentico perché mi sono utili per migliorarmi nei ruoli futuri. Recitare è come andare a cavallo, non impari mai. Trovo molto moderna la volontà di una regista donna che racconta le sofferenze d'amore dal punto di vista maschile, mentre in genere si è sempre parlato dell'infelicità sentimentale delle donne. Maria Sole è una mia amica, conosce le mie fragilità e ha scritto questo ruolo su misura per me. Anch'io ho sofferto e sono stata lasciata. Molto spesso una donna può essere attraente fisicamente e sicura di sè, indipendente nel lavoro ed economicamente, ma nonostante le apparenze può nascondere anche delle vulnerabilità segrete, a prescindere dagli impegni e da quanto possa sentirsi realizzata nella vita. Insomma, essere belle non è sinonimo di felicità».

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