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Antonio Angeli [email protected] Sembrava che dovesse ...

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Bush, appare più una burla che un grande evento. Tutto è accaduto in un attimo: l'altra sera, dopo mesi di polemiche dilanianti, perché a molti sembrava ingiusta l'uscita a pochi giorni dalle elezioni, la fatidica prima è arrivata. E non a Londra o magari in un festival italiano, il film è stato dato in pasto al pubblico senza preamboli, nelle sale degli Stati Uniti. Circa un'ora e cinquanta dopo l'apertura dei cinema, a film finito, parecchi hanno tirato un sospiro di sollievo, altri si sono fatti una sonora risata. Per il New York Times, la storia raccontata da Stone «cade nel burlesco» descrivendo George W. Bush, interpretato da Josh Brolin, attore quarantenne famoso ma non troppo, un ricco fannullone arrivato alle soglie della presidenza in pratica senza sapere cosa fare della sua vita. E ci sono stati anche giudizi più duri. Per i critici il film non è né una tragedia né una commedia, ma una presa in giro della politica americana, della Casa Bianca e di tutti gli elettori americani. E, si sa, negli Usa pochi guardano con occhio benevolo a chi si fa gioco delle istituzioni. Perplessità, più che indignazione, all'interno della famiglia Bush: Jeb Bush, ex governatore della Florida, fratello minore di George, ritiene che il film sia «senza senso». Soprattutto per la tesi secondo la quale il presidente avrebbe fatto invadere l'Iraq solo per dimostrare al padre di essere alla sua altezza. «Questa apparente rivalità edipica è semplicemente un grossolano nonsense», ha detto Jeb Bush al quotidiano «Washington Times». Per il momento il film, in Italia, ancora non ha un distributore. Chi desidera vederlo deve attendere il Torino Film Festival. Il direttore Nanni Moretti ha deciso, nei giorni scorsi, di inaugurare con «W.» la kermesse piemontese al via dal 21 novembre.

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