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Salemme: i compromessi non bastano per avere successo

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Gag e comicità non deludono in una commedia dove si prende in giro il mondo delle fiction tv e la sete di successo. La storia è quella di Arturo (Salemme), padre in una fortunata serie tv e in competizione con il suo co-protagonista, un bambino solo in apparenza dolce ma in realtà perfido e insopportabile, con la madre (Iaia Forte) che gli fa da press agent, una donna potente che potrebbe distruggere la carriera di Arturo. A scombinare tutto entra però in scena un altro bambino, Mirko, orfano di padre, con una madre (Aylin Prandi) giovane e bella e uno zio folle (Giorgio Panariello): la finzione s'intreccia con la realtà e Mirko vede in Arturo quel padre che non ha mai avuto. A rendere mediatico questo sentimento ci pensa Enrico Pignataro (Sergio Rubini), press agent dell'attore. «Il mio film non è una critica della tv, ma parte dal fatto che spesso il successo è legato a particolari aspetti ed è effimero: è perciò rischioso diventare famosi se dietro non c'è talento - ha spiegato Salemme -. Il titolo "No problem" viene invece da una mia sfortunata esperienza, dopo la quale mi sono convinto che usare la popolare battuta "no problem", alla fine porta iella». Rubini ha invece confessato con ironia di essere disposto «a fare tutti i compromessi possibili pur di mantenere il successo, anche se Vittorio Gassman una volta mi disse che il nostro è l'unico lavoro in cui non funzionano le raccomandazioni. Puoi fare anche un film, ma poi quello che vali si vede». Giorgio Panariello ha infine anticipato che farà un nuovo film tutto suo, ma non come regista: «Non vorrei ripetere quell'esperienza. Anzi confesso che ho già chiesto a Salemme se è disposto a dirigermi ancora». D. D.

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