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Giancarlo Capecchi ] "Storie di Maremma, un racconto in ...

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La voce inconfondibile di Puccio Gamma (così si faceva chiamare, lui ebreo, per continuare a "lavoricchiare", come "pompiere" soprattutto, sostituto di altri attori, dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste) ha incantato migliaia di persone accorse a Magliano in Toscana ad applaudire un fine narratore che ha fatto rivivere personaggi e situazioni di poeti e scrittori che hanno raccontato la "loro" Maremma: da Luciano Bianciardi a Lorenzo Stecchetti, da Rutilio Namaziano a Giosuè Carducci. Immagini, suoni e parole che fanno rivivere il carbonaio alla macchia, la merla che diventa nera per ripararsi nel camino, le lucciole che "fanno i soldini" tenute sotto il bicchiere nelle notti d'estate, la contadina che sfoggia la sua bellezza alla vendemmia, il brigante Tiburzi che sembra vivo legato da morto ad una scala. Maestro, lei ha ricordato tanti luoghi della Maremma, parole ruvide come ruvida è questa terra che però è anche di qualità, non le pare? «Ma sì che è bella la Maremma, non è più la Maremma amara di una volta che colpiva nella salute, oggi dà la salute». Le Vocal Sisters e Carla Baldini? Lei ha detto «se non fossero così brave io non sarei qua». «È vero, questo è uno spettacolo che mi piace perché loro sono brave e cantano molto bene. E Carla Baldini è bravissima». Senta ce lo può dire, per i nostri lettori, qual è il segreto della sua longevità: lei è così giovane, così trascinante che non gli si danno più settanta anni. E sono già tanti... «È un segreto che a lei non dirò mai. Proprio mai. Se vuole glielo metto per iscritto». A me no, ma ai lettori de «Il Tempo»? «Neanche ai vostri lettori. Anzi, sa che cosa gli dico? Che io, Arnoldo Foà, campo quanto mi pare, 150, 170… non lo so. Adesso sono solo a 92 appena compiuti a gennaio. Il 24. Potrei dire che mi sento all'inizio della vita. O almeno sto vivendo così questo momento. E come vede mi piace lavorare con i giovani». Come è nata la passione per questo lavoro che lei sembra amare sempre di più? «È una storia troppo lunga non gliela posso raccontare. Nasce dal fatto che qualcosa è andato bene già negli inizi e allora siccome è andata bene continui. Se no non continueresti. Le pare giusto?». Non giusto, sacrosanto maestro. E siamo convinti che avrà ancora successi straordinari. Lei è originario di Ferrara, però qual è il luogo che le sta più a cuore, è rimasto Ferrara? «A dire la verità sì, Ferrara è il posto che mi sta più a cuore. E poi Firenze, perché ci ho vissuto 18 anni da giovane. A tre anni sono andato a Firenze e ci sono rimasto fino a 18, insomma la mia infanzia l'ho fatta lì. E ricordo tutto con grande piacere». So che lei sta scrivendo un libro, ne parla volentieri? «Non molto: una cosa però gliela voglio dire, uscirà ad ottobre e sarà fatto da 2 romanzi. A me pare bellissimo. Ho detto a me, poi vedremo che cosa penseranno i lettori». Qual è il titolo maestro? «Joanna e Luthbarina, nomi di donne». E di che cosa parla? «Lei mi chiede troppo. Questo non glielo dico, se lo compri».

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