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I segreti della Cina alla vigilia dei Giochi

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Il problema è che non sempre colui con cui parlate è quello che decide, o è quello che dice di essere. Negli antichi monasteri cinesi si diceva che i religiosi cenavano con «una sola tazza di tè». In realtà si trattava di una sostanziosa zuppa di carne e verdure, ma le apparenze contavano così tanto da sostituirsi alla realtà. Chi sono, dunque, gli uomini della nomenklatura cinese? Come sono organizzati? Come pensano? Come reagiranno questi uomini, quando l'ansia di libertà e democrazia, sprigionata dal mercato, inizierà a cozzare con l'antica tradizione autocratica della Cina? Nel libro di Nunziante Mastrolia «Chi comanda a Pechino?» (edito da Castelvecchi, euro 18.50)si parla delle incognite di oggi sul ruolo della Cina nel mondo. Un paese che corre, e pesa sempre di più negli equilibri commerciali e strategici del capitalismo mondiale. Un testo che esamina con precisione come il potere a Pechino passa di mano in mano, cambiano i regimi, gli assetti economici, le alleanze, ma il Paese di Mezzo continua a vivere secondo logiche proprie, estrenee all'Occidente. C'è chi ritiene che il capitalismo in versione cinese sia del tutto compatibile con la dittatura, e chi invece descrive scenari apocalittici di ribellioni interne (sul modello di qual che si è visto per il Tibet), e conflitti con le altre potenze globali. Ma c'è anche chi crede che la leadership cinese tenterà di privilegiare l'equilibrio e la mediazione rispetto al caos. In ogni caso la Cina dovrà una volta per tutte fare i conti con l'Occidente, e con la modernità.

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