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Addio a Cyd Charisse, regina del musical. Cantò «Sotto la pioggia»

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Bellezza moderna con sfumature esotiche, nata Tula Ellice Finklea (Amarillo, 8 marzo 1921), la Charisse più che un'attrice è stata una ballerina che non sapeva neppure cantare (era sempre doppiata). Il suo debutto cinematografico è del 1943 in "Nasce una stella" di Gregory Ratoff. Ma come accade spesso nel mondo dello spettacolo a decidere la sua carriera fu un'apparizione in "Ziegfeld Follies" (1946) a fianco di Fred Astaire, che le fa ottenere un contratto di 7 anni con la Mgm. Dopo molti altri musical, il successo definitivo arriva per lei con un classico come "Cantando sotto la pioggiàa" (1952) di Gene Kelly e Stanley Donen: diventa immortale grazie al numero Broadway Ballet. Dopo quel film non si ferma più. È in «Spettacolo di varietà" (1953) a fianco a Fred Astaire, in "Brigadoon" (1954) con Gene Kelly, entrambi a firma di Vincent Minnelli. Arriva poi La bella di Mosca (1957) di Rouben Mamoulian, remake in musical di "Ninotchka" di Ernst Lubitsch con la Garbo. Con la crisi del musical Cyd Charisse cerca di riciclarsi come attrice drammatica, ma le cose non vanno troppo bene. In "Il dominatore di Chicago" (1958) di Nicholas Ray vestita di rosso, la ballerina-attrice punteggia questo film di gangster con temperature da melodramma, più nelle sue corde, e in "Due settimane in un'altra città" (1962) di Vincent Minnelli è Carlotta, ex compagna di un attore in crisi. Gradatamente si allontana dal cinema per dedicarsi insieme al secondo marito, il cantante-attore Tony Martin (e a Dick Kleiner), a scrivere nel 1976 la sua autobiografia intitolata "The Two of Us". Nel 2001 viene inserita nel Guinness dei primati per le gambe più costose, assicurate nel 1952 per 5 milioni di dollari. Nella sua vita privata ci sono stati anche molti dolori, come la morte della figliastra Sheila. Il 9 novembre 2006, in una cerimonia privata alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush le ha conferito la National Medal of the Arts and Humanities, il più alto riconoscimento statunitense nel campo delle arti. Mentre Fred Astaire diceva: «Quando hai danzato con lei, puoi dire di aver realmente danzato!».

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