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Un saluto a Dino Risi nel libro-autobiografia del regista Enrico Vanzina

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C'è il dietro le quinte del grande cinema italiano con i suoi protagonisti del passato e del presente in «Commedia all'italiana. Ritratto di un'Italia che non cambia» (Newton Compton, pp. 309, euro 9,90), raccontato dal popolare sceneggiatore che ha firmato da «Febbre da cavallo» a «Sapore di mare», fratello di Carlo e primogenito del regista Stefano Vanzina noto come Steno. «Sono cresciuto nel cinema, pensando e immaginando il mondo come se fosse una storia da proiettare in una sala cinematografica - dice Enrico Vanzina - Insomma, come fanno quelli che realizzano i film ho "guardato la realtà" per capire e ispirarmi». Il sottotitolo del libro è «Diario di un paese che non cambia», perchè le storie, i personaggi, l'osservazione velata d'ironia del quotidiano hanno la "leggerezza" tipica degli italiani e della commedia italiana - oggi celebrata in ricordo della scomparsa di uno dei suoi grandi autori come Risi - che spesso ha provocato il mal di pancia di molti critici cinematografici. «Ci siamo mai chiesti perchè non esiste la commedia "alla svedese"? - scherza Gigi Proietti - Non possiamo certo permetterci di risolvere i problemi del nostro Paese e poi fare a meno della commedia all'italiana», aggiunge. «Lo sguardo della commedia è lo sguardo di chi vuole bene ai personaggi - dice Vanzina - I loro difetti sono i nostri stessi difetti. In questo senso anche Moliere voleva bene ai suoi personaggi». Uno dei temi che più interessa a Enrico Vanzina è il tempo che passa e per questo ricorda una frase del principe Dado Ruspoli: «Il tempo ci tiene compagnia». «Aveva ragione, fino alla fine niente è mai finito - scrive - Hai voglia a tagliare, tutto ritorna, rispunta e ricresce». Sfogliando il diario-autobiografia, c'è una lunga carrellata di attori come Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio De Sica, Sofia Loren, ma anche di registi come Mario Monicelli, Ettore Scola, o sceneggiatori del calibro di Ennio Flaiano e Leo Benvenuti. C'è ovviamente anche Dino Risi, che Vanzina oggi in un ricordo, definisce un uomo «che faceva tutto bene, Dino, il regista, l'amico. E per me anche il quasi papà. Finisce un'epoca. Ciao meraviglioso Dino».

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