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Pupi Avati: «La bellezza, ossessione e maledizione della mia generazione»

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Attraverso la cronaca nera la storia racconta un fatto efferato di sangue che coinvolge Giovanna (Alba Rohrvacher) un'adolescente che uccide per gelosia, ricordando i tragici casi di cronaca anche italiana. Giovanna è figlia unica del professore Michele Casali (Silvio Orlando) e della bella Delia (Francesca Neri): è una ragazza bruttina soprattutto per quegli anni (dal 1938 al 1954) nei quali la bellezza era l'unico valore attribuito alle donne da parte della società maschile. Ma il film, prodotto dalla DueA di Antonio Avati con Medusa e Sky, è anche una storia di cuore che commuove e lascia con il fiato sospeso. «Questo film ha più cuore di tutti quelli che ho realizzato - ha detto ieri Avati-. Ho pianto tanto mentre lo scrivevo e lo giravo. Inoltre, questa mia 36esima pellicola, girata esattamente dopo quaranta anni di carriera, nonostante sia quella più lontana dalla mie storie personali, l'ho sentita molto vicina. Per la famiglia Casali ho fatto ricostruire nei minimi particolari la casa della mia infanzia. Il motivo di questa ricostruzione è perchè proprio nei luoghi dell'infanzia l'immaginazione è più libera di spaziare dappertutto. E in questo caso mi sono identificato nel padre, un uomo generoso e innamorato della propria figlia al punto di soffrire per la sua bruttezza. La storia di questo film ha come vero protagonista soprattutto un padre. Ma Michele (Orlando), a differenza del padre distratto di "La cena per farli conoscere", è anche troppo attento alla figlia nel difenderla, costi quel che costi, anche quando viene mandata al manicomio psichiatrico di Reggio Emilia. Michele, un professore liceale, ha però anche qualcosa da farsi perdonare, visto che ha addirittura comprato un suo alunno con dei buoni voti per fargli corteggiare la figlia bruttina. Amo molto questo film, che uscirà a settembre, e se venisse selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia, sarei davvero contento. Ci tengo moltissimo al festival lagunare: a Venezia sono stato tante volte e mi ha sempre portato fortuna, non ho nessun imbarazzo a dirlo, porterò il film in selezione e sarà poi la commissione a giudicare». Nella pellicola appare anche Ezio Greggio per la prima volta in un ruolo serio (è un poliziotto dirimpettaio e amico di Silvio Orlando) che ha una una moglie su una sedia a rotelle (Serena Grandi), ma non disdegna di intrattenere relazioni extraconiugali persino con la cognata: «Cerco di essere bravo sempre quando lavoro, ma devo dire che sul set c'è stata qualche difficoltà. In una scena è bastata una mia piccola mimica e Avati si è messo a ridere. Abbiamo dovuto rifare tutto. Ora sarò preso in tv dal programma per la scelta delle nuove Veline: alle ragazze che vengono consiglio di mostrare oltre alle proprie fisicità, soprattutto una bella personalità, quella che alla fine vince sempre su tutto, anche sulla bellezza». Orlando non si ritiene, infine, «un padre così perfetto come dice Avati. L'eroismo del mio personaggio, più che alla sua perfezione, si deve al fatto che lui crede di poter risolvere sempre tutto».

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