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Eleonora Tosti La quarta puntata della saga del celebre ...

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La leggenda nasce agli inizi del Novecento, quando diverse spedizioni di studiosi delle civiltà precolombiane (gli antenati in carne ed ossa di Mr. Jones) si recarono nel continente americano - in Messico, Honduras e Belize - per effettuare scavi e ricerche. Una di queste spedizioni era guidata dall'archeologo Frederick Mike Mitchell-Hedges, un appassionato sostenitore della veridicità di Atlantide. Il ricercatore si era prefisso di dimostrare ad ogni costo l'esistenza di una connessione tra la cività Maya e quella del leggendario continente scomparso. Dopo qualche tempo sua figlia adottiva Anne, lo raggiunse sui luoghi degli scavi nella città Maya Labaanatum e fu proprio lei a riportare alla luce nel 1927, dopo tre anni di ricerche, il teschio di cristallo a grandezza naturale che giaceva fra le rovine di un altare e di un muro adiacente. Tre mesi dopo, a otto metri di distanza, venne ritrovata una mandibola, che - straordinariamente - risultò perfettamente compatibile con il misterioso cranio già rinvenuto. Nel 1964 il teschio fu consegnato ai laboratori della Hewlett-Packard a Santa Clara in California, per essere studiato. La risposta degli scienziati fu sconcertante: il teschio era stato scolpito lungo l'asse principale del cristallo, una tecnica notevolmente avanzata che utilizza l'asse di simmetria diminuendo considerevolmente il rischio di frantumazione del pezzo. Inoltre risultò che non furono utilizzati strumenti di metallo o pietre o legno per scolpirlo: il misterioso reperto sembrava essere stato lavorato con sofisticati ceselli di precisione, se non addirittura con il moderno laser, e in un epoca in cui (siamo nel 1927) di certo il laser non esisteva ancora. Senza questi mezzi, per ottenere un simile risultato tramite altre tecniche, ci sarebbero voluti comunque non meno di trecento anni. All'epoca del ritrovamento lo stesso Mitchell-Hedges avanzò l'ipotesi che il misterioso oggetto rappresentasse il dio della morte e che venisse utilizzato dai sacerdoti del tempio a scopo rituale. Essi se ne servivano per rifrangere la luce posizionandolo affinché un raggio di sole ne attraversasse la bocca aperta e lo trasformasse in una vera e propria lente ustoria in grado di bruciare qualunque cosa, anche delle povere vittime sacrificali! Contemporaneamente al reperimento di Labaanatum, e lungo gli anni a seguire, vennero alla luce molti altri teschi di cristallo, alcuni dei quali sono tuttora esposti in musei importanti. Uno di questi è custodito presso il British Museum di Londra. Recenti studi effettuati sul reperto in questione dal Professor Ian Freestone, dell'Università del Galles di Cardiff, hanno dimostrato che si tratta di un artefatto realizzato in Europa nel XIX secolo. Una serie di test avrebbe rivelato che il teschio sarebbe stato lavorato con una mola rotante usata principalmente dai gioiellieri europei dell'ottocento e che non poteva essere diffusa nell'America precolombiana. La leggenda che si è diffusa intorno a questi misteriosi reperti vuole che quando tutti i teschi esistenti saranno riscoperti e riuniti potranno trasmettere agli uomini tutta la loro conoscenza (risalente con ogni probabilità alla perduta civiltà di Atlantide) dando origine così ad una nuova era, il cui inizio, secondo il calendario Maya, corrisponderebbe ad una data già fissata: il 21 dicembre 2012.

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