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Quel «Divo» in cerca di successo facile

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E, rispetto a "Gomorra" di Garrone (l'altra pellicola italiana in concorso) la conferenza stampa internazionale non era né sovraffollata né generosa di grandi ovazioni. Sorrentino si è soffermato in particolare sul settimo e ultimo Governo Andreotti durato dal 1991 al 1992 (e nel giugno 1991 il premier venne nominato senatore a vita "per meriti in campo sociale e letterario"). Laureato in Legge, con 11 lauree honoris causa, una carriera giornalistica e un'ampia produzione saggistica, Andreotti è da 50 anni al centro della politica italiana. È il personaggio sul quale si sono scomodati a parlare da Fellini alla Thatcher, da Fallaci a Scalfari. Dal canto suo il senatore, dopo aver visto "Il Divo" aveva dichiarato che avrebbe fatto a meno di questo film, perché "mette in evidenza un certo numero di difetti che ho, ma anche alcuni che non ho. Per esempio, avrei fatto cancellare certi luoghi comuni che mi hanno rotto e ai quali sono sopravvissuto. E quelli che mi facevano tante campagne contro alcune volte li ho dovuti commemorare". Andreotti sebbene "stizzito dal film per quanto mi risulti non dovrebbe sporgere querela - ha detto ieri Sorrentino -. Mentre gli altri, politici e non descritti nel film, tra i quali Pomicino (interpretato da uno straordinario Carlo Buccirosso), Ciarrapico (Aldo Ralli) e Sbardella (Massimo Popolizio), non lo hanno ancora visto. Non c'è stata alcuna richiesta di tagli da parte di Andreotti, ma alcune voci, non minacciose né pericolose, mi sono arrivate, però non dal senatore da fonti forse neppure attendibili. Il fatto che si sia stizzito perché l'ho descritto come un personaggio troppo cinico è già un buon risultato per un uomo come lui che non reagisce mai a nulla: questo mostra la forza del film per il quale mi sono ispirato a "Todo Modo" di Petri e a Rosi. Andreotti l'ho incontrato due volte anche se lui, non so perché, nega. Forse se lo sarà scordato. Ma non mi ha mai chiesto di vedere la sceneggiatura. Ho messo in scena questo politico perché è un veicolo per raccontare molto altro, soprattutto gli anni '90, un periodo importante per la nostra politica che però è stato velocemente accantonato e rimosso. Quando proponevo la mia sceneggiatura, tutti si tiravano indietro e ho ricevuto molti no. Ma alla fine per il senatore la popolarità è fondamentale. Una volta ha detto che ai suoi peggiori nemici augura l'anonimato. E non dimentichiamo che ha svolto una delle più importanti politiche estere del nostro paese e ha vinto 7 Telegatti. So che Andreotti è rimasto contento di come ho raccontato la sua vita privata con la moglie Livia (interpretata da Anna Bonaiuto) che il senatore ha chiesto in moglie durante una visita al Cimitero del Verano. Fondamentale anche il personaggio della segretaria di una discrezione e di una fedeltà incrollabili, Vincenza Enea, scomparsa nel 1999 e interpretata da Piera Degli Esposti". "Il Divo", che uscirà in Italia il 28 maggio in 300 copie distribuite dalla Lucky Red, in Francia a fine novembre e dopo in Gran Bretagna e Benelux, è interpretato da Toni Servillo (nel ruolo del senatore) protagonista anche di "Gomorra" l'altro film in corsa a Cannes.

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