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«Napoli non è solo Gomorra»

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In tour con i partenopei Senese e De Piscopo «per salvare la nostra città»

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Tutto questo in occasione della presentazione a Roma del nuovo cd triplo intitolato «Ricomincio da 30». Pino Daniele, nel suo nuovo lavoro antologico i riflettori sono puntati su Napoli. Com'è cambiata la città nel corso degli anni? «I problemi sono tanti. Primo tra tutti quello dei rifiuti. Ma il mio intento è quello di dare una testimonianza e di sensibilizzare il pubblico». Cosa intende con esattezza? «Non capisco quelli che danno di Napoli un'immagine sempre negativa. Non siamo tutti camorristi e c'è gente che si alza presto tutte le mattine per andare a lavorare. Al festival di Cannes, invece, il nostro Paese sarà rappresentato da film come «Gomorra» e «Il divo» che trasmettono un'immagine solo negativa. Tutto questo all'estero non succede. I francesi non parlano mai male di se stessi. Non capisco perché dobbiamo farlo noi». Com'è nata l'idea dell'antologia? «È da molto che ci pensavo. Ora è arrivato il momento di fornire una testimonianza di quello che abbiamo fatto finora. Senza pregiudizi e mettendo in evidenza le cose di cui vale la pena parlare». Con quale criterio ha scelto i brani che fanno parte del cd? «Li ho scelti durante i miei concerti live. Questo lavoro rappresenta a perfezione il mio mondo, con brani come "Napul è" e "Pigro". Senza dimenticare gli inediti come «Anema e core». Sul palco sarà accompagnato da musicisti come James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito e Rino Zurzolo. Cosa si prova a suonare in una sorta di All Star Band in chiave partenopea? «È una grande soddisfazione. Oltretutto siamo grandi amici. Non suonavamo insieme da anni ma è come se non ci fossimo mai fermati». Quando e dove comincerà il tour «Vaimò 2008 Live»? «La tournée partirà l'8 luglio allo stadio San Paolo di Napoli. Sarà per me una grande emozione che immortaleremo in un dvd. L'11 luglio saremo a Roma e il 21 settembre a Milano». Si parla sempre più spesso della necessità di abbassare l'Iva sui cd. Cosa ne pensa? «Non sono molto ferrato sull'argomento. Ho un paio di amici amministratori delegati che ne sanno più di me. Comunque in linea di massima sono favorevole». L'intero progetto è dedicato alla memoria di Massimo Troisi. Cosa resta a distanza di tanti anni? «Ora mi sento molto più solo di un tempo. Io e Massimo eravamo convinti che con le nostre prese di posizioni potevamo davvero cambiare le cose. Quando è andato via lui è partito l'amico che mi aiutava a centrare il punto di vista».

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