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Un inno alla natura tra favola e realtà

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Era un documento ma costruito anche come racconto, un po' alla maniera dei famosi film della Disney nella serie "La natura che vive". Oggi torna a quegli schemi, mettendo però ulteriormente l'accento sul racconto e quindi, pur tenendosi al vero, sulla finzione. Al centro, come il titolo annuncia, due "personaggi", una volpe e una bambina. In una regione tra prati, torrenti e montagne basse ricreata da Jacquet parte nella regione dell'Ain, dov'è nato, sui colli del Plateau de Retord, e parte del nostro parco Nazionale d'Abruzzo. La bambina incontra la volpe. La segue, la spia, l'attende al varco in tutti i suoi spostamenti e dopo un po' riesce a vincerne con sua sola presenza la natura selvaggia e, in un certo senso, quasi ad addomesticarla, arrivando perfino a portarsela a casa. Anche se il finale la vedrà allontanarsi di nuovo e per sempre. Jacquet ha immaginato che la vicenda, curiosa ma anche commovente, sia raccontata, anni dopo, dalla bambina ormai cresciuta a un suo figlioletto, tutto perciò è esposto come se sia la piccola protagonista a vedere, a commentare, a giudicare; anche quando, con il candore dell'infanzia, la ascoltiamo parlare con la volpe come si farebbe con un animale domestico (la voce narrante, nella versione italiana, accattivante senza smancerie, è della nostra Ambra Angiolini). Un rapporto a due. In mezzo a una natura ora idilliaca ora selvaggia (e in qualche momento anche pericolosa) che la regia tende sempre a rappresentare con immagini quasi fiabesche (pur sempre reali), in cifre un cui la singolarità di quell'incontro è dosata con molta accortezza, sottolineando prima gli stupori della bambina, poi le sue attese (sempre studiate nel suo intimo), poi quelle che pensa siano le sue vittorie: faccia a faccia con quella volpe, che anche se cinematograficamente è il risultato di varie altre volpi, o addomesticate o sorprese nel loro stato selvaggio, si muove e si comporta in ambiti del tutto reali. E sempre secondo le leggi della sua stessa natura: pur tra le pieghe della finzione. Un film che è una boccata d'aria fresca. Una gioia respirarla.

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