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Rodrigo Plà: «La zona» dell'upper class barricata per difendersi dai poveri

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Questo il tema centrale de "La zona" opera prima di Rodrigo Plà, dal 4 aprile distribuita dalla Sacher di Nanni Moretti. Il film, già vincitore del Premio Luigi De Laurentiis all'ultima Mostra di Venezia e del Premio della Critica al festival di Toronto, fa emergere la paura dell'intruso nell'upper class che vive bariccata tra villette bifamiliari, scuole private e campi di golf. Ma basta un temporale, tre ladri che entrano armati nel complesso residenziale, per gettare il paradiso borghese nel caos e trasformare ricchi residenti in squadre di giustizieri. Fanno eccezione Maribel Verdù, star del cinema iberico ("Il Labirinto del fauno") e Daniel Jimenez Cacho (il prete de " La mala educacion" di Almodovar). Un'anziana viene uccisa, due dei tre ragazzi freddati dalle guardie giurate, un terzo scappa braccato dai residenti che si organizzano in squadre armate. Ma Alejandro (Daniel Tovar) trova il fuggitivo, suo coetaneo, e lo nasconde, cercando di proteggerlo invano dal linciaggio dei suoi vicini. «Il muro del film rappresenta altri muri - ha detto ieri a Roma il regista cha ha finito il suo secondo film, "Desierto adentro" e sta scrivendo il terzo "La espera", storia di un vecchio abbandonato dalla figlia su una panchina -. Il confine tra Usa e Messico è attraversato liberamente dalle merci ma non dalle persone. In Messico ci sono 60 milioni di poveri ma c'è anche l'uomo più ricco del mondo».

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