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Simona Caporilli [email protected] Della ...

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Laureato, parla tre lingue: tutti se lo ricordano sul palco insieme al mitico Gigi, ora lo ritroviamo sul set di Carabinieri 7, con la Ricciarelli, Paolo Villaggio e un cast di star. Prodotto da Fidio Film, andrà in onda da martedì 18 marzo in prima serata su Canale 5. Andrea Roncato. Di nuovo sul piccolo schermo con Carabinieri? «Tra le tante serie che ho portato avanti è stata tra le più divertenti. Carabinieri è un racconto recitato con amore, sono storie che aiutano, senza essere volgari o troppo spinte. Tanti auguri quindi a una fiction come Carabinieri, che non scade nella violenza». Cosa cambierebbe della televisione? «Tutto tranne le fiction, l'unica cosa che è rimasta decente. Ci sono pochi professionisti, c'è soltanto la smania di apparire. L'unica cosa che importa è litigare in tv. È ciò che fa male vedere, soprattutto ai più giovani». In che senso? «C'è chi va in televisione soprattutto per sbarcare il lunario. Sono critico nei confronti del Grande Fratello». Un programma «in»? L'altra volta vedevo "I migliori anni" con Carlo Conti, mi è sembrata una trasmissione molto buona». La scelta tra film e fiction? «Ora si fanno più fiction rispetto ai film e, anche se questi ultimi sono più impegnativi, si lavora di più all'interno delle fiction». I suoi personaggi più riusciti? «La mamma per il varietà, Don Tonino per la fiction». Per quale motivo? «Mio padre faceva il sagrestano, Don Tonino mi ricordava quell'ambiente là, è stato un po' come rivivere quell'atmosfera». Un giorno da amministratore delegato della Rai, cosa cambierebbe? «Cambierei la qualità della televisione pubblica. In questo momento basta essere belli per volere e in alcuni casi poter fare l'attore». Le tre caratteristiche di un attore? «Personalità, cultura e tecnica, sono le uniche tre cose dalle quali l'attore non può prescindere». Può fare qualche esempio? «Ho visto un film con Castellitto, che di certo non è "un bello" e Penelope Cruz. Entrambi, man mano che andava avanti la pellicola, diventavano sempre più belli».

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