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Verdone: «l'Italia di oggi, cattiva, cinica e coatta»

Carlo Verdone

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Carlo Verdone, regista e attore - con Claudia Gerini, Geppi Cucciari, Eva Riccobono, Roberto Farnesi e Marco Miglio Risi - torna ai suoi personaggi storici (quelli di "Viaggi di nozze" - 1995), che ora prendono però vita in un'Italia «più cinica e cattiva». «È una commedia meno buonista - ha detto Verdone - perché ho colto l'aria che si respira oggi, più arrabbiata. Il popolo vero, quello che a Trastevere parlava da finestra a finestra, ora è stato deportato a Corviale. Ed è rimasta la diffidenza tra i vicini. Ho voluto accontentare le migliaia di mail dei miei fan che mi chiedevano di far rinascere i miei personaggi più noti. Così, in tre minifilm ho fatto riemergere il candore di alcuni di loro in contrasto con la volgarità dei tempi di oggi». Nel primo episodio riappare l'impacciato e ipercattolico Leo (Verdone) con la sua famiglia di scout: mentre è in partenza per il raduno nazionale, si ritrova a organizzare il più tragico e surreale dei funerali (con toni alla Jonesco), quelli di sua madre, donna tutta d'un pezzo che rimpiange l'epoca di Mussolini. Nel secondo episodio c'è invece il memorabile professor Callisto Cagnato (sempre Verdone), dispotico, pignolo, moralista solo di facciata, che di notte va con giovani prostitute: «Callisto è il mio personaggio più lugubre e sinistro, qui protagonista in una sorta di horror, l'unico genere capace di rendere al meglio il professore, vera icona del male che non tramonta mai». Nella terza parte torna infine la coppia coatta, Moreno Vecchiarutti (Verdone) e la moglie Enza Sessa (Gerini) che, con il figlio Steven, vanno in vacanza nel più esclusivo albergo di Taormina per offrire il peggio della loro cafoneria: «È un affresco della famiglia volgare di oggi con tre personaggi senza valori e tanta voglia di possedere beni materiali. Eppure, nella realtà sono inorridito davanti a situazioni che superano di gran lunga le cafonerie dei miei personaggi: non voglio, ad esempio, più assistere a certe scene viste ultimamente al Senato. Dai politici pretendo etica. Mi sono messo a fare il bacchettone, ma certe cose non mi piacciono. Non si può andare dal Papa, parlare di Padre Pio e fare i cattolici, per poi comportarsi nel privato in altro modo, come fanno certi politici. Da loro pretendo coerenza». Per il comico è giunta anche l'ora e la voglia di cambiare: «Con Aurelio De Laurentiis ho un contratto come regista, ma anche solo come attore. Mi piacerebbe lavorare con Sorrentino in un "Otello" alla sua maniera, magari ambientato a Latina, dove io potrei fare Iago e la Gerini Desdemona». Inevitabile poi per Verdone fare accenno alla sua squadra di calcio: Se la Roma dovesse vincere lo scudetto, «non vi prometto uno spogliarello alla Sabrina Ferilli, ma di sicuro andrò al Circo Massimo per un assolo alla batteria. Mi piacerebbe fare un grande show, eseguire una canzone dei Led Zeppelin, magari insieme a Claudia Gerini. E magari tutti e due in mutande. Sul palco di Sanremo mi sono sentito molto a disagio e fuori luogo, ma per promuovere il film può capitare di fare anche questo».

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