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«L'America si sta svegliando dall'incubo di Bush»

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È fiducioso, Lenny Kravitz. «Fino a qualche tempo fa non potevi criticare la guerra: io avevo scritto una canzone pacifista nel momento in cui fu invaso l'Iraq, e il "Washington Post" pubblicò in prima pagina una mia foto accanto a quella di Saddam, come se fossi un fan del dittatore, o la sua guardia del corpo. Ora invece siamo nel mezzo di una campagna elettorale che non avrei mai immaginato di vedere: un nero contro una donna. Eppure l'America è stata a lungo intrisa di sessismo e razzismo, e vedere candidato Obama candidato è il segno che la gente si è stancata dei piani di Bush, che non hanno funzionato, in quest'altra guerra sbagliata. Poi vedremo i fatti, se Barack andrà alla Casa Bianca». Kravitz è tornato con un cd, ("It is time for a love revolution"), pieno di energia rock, e con una ballad strappacuore come "I'll be waiting". «A un certo punto della carriera ero a un bivio, dovevo decidere tra il business e valori più alti. Lì ho ritrovato il mio cuore e la voglia di comunicare». Ste. Man.

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