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Andrea Giordana Otello, un ruolo che le si addice? «In un ...

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Nello spettacolo recita anche suo figlio Luca nel ruolo di Cassio, contento? «Assolutamente sì una grande esperienza insieme a mio figlio, perché costruire con lui credo sia il sogno di ogni genitore con il proprio figlio. E poi lui è molto bravo». La gelosia, ohimè, la conosce? «Sono uno che la gelosia l'ha conosciuta verso i diciassette diciotto anni, anche in una forma esagerata. Ora sono diventato più saggio. Con la barba e gli anni». Ma cos'è la gelosia? «Come Shakespeare un mostro dagli occhi verdi che finisce proprio per accecarti. È sicuramente la mancanza di conoscenza dell'altro, della persona amata, quindi ancora una mancanza di fiducia totale». Recita per sé, per gli altri o per l'eternità? «Mi accontento di recitare per me e per gli altri». La recitazione una terapia? «Sì, certamente è una sorta di autoanalisi fatta attraverso l'analisi del personaggio e la scoperta delle pieghe caratteriali che si hanno o non si hanno in comune». Il Conte di Montecristo un dolce ricordo? «Un bel ricordo. Quanti anni sono passati. Come sono cambiato. In meglio o in peggio non sta a me dirlo». Perché non recita per l'eternità? «Dio sicuramente ama gli attori, starà a lui l'ultimo giudizio».

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