Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Berlino, una vetrina per l'Italia

default_image

  • a
  • a
  • a

A Berlino è arrivato pure il direttore della Mostra di Venezia Marco Muller, con il neo presidente Paolo Baratta, ad anticipare che nella prossima edizione del festival lagunare, su 60 film scelti almeno 10 saranno italiani: favoriti finora Daniele Vicari, Edoardo Winspeare e Fancesco Munzi. «Con i direttori dei maggiori festival europei, io a Venezia, Kosslick a Berlino e Fremaux a Cannes, stiamo inoltre formando una Fondazione per consentire la distribuzione a molti di quei film che, per essere presenti nei festival, investono migliaia di euro per poi non aver la loro pellicola nelle sale, come è accaduto al thailandese Veerasethakul». A Berlino c'è stato poi il battesimo internazionale di Elio Germano, che ha ricevuto un piccolo Orso d'oro, con altre 8 grandi promesse del cinema europeo, le "Shooting Stars" dell'evento promosso da Efp (European Film Promotion) e Filmitalia. «Mi colpisce - ha spiegato l'attore - il coraggio dei miei colleghi europei che affrontano film scottanti a basso budget, al contrario dei produttori italiani che vogliono andare sempre sul sicuro. Tra poco inizierò il film di Salvatores, "Come Dio comanda" tatto dal libro di Ammaniti: vestirò i panni di Quattro Formaggi, un balordo mezzo ritardato. Il 14 marzo uscirà la commedia di Paolo Virzì, "Tutta la vita davanti", odissea sui call center e il 28 marzo è atteso "Nessuna qualità agli eroi" di Paolo Franchi, scandalo a Venezia 2007 per alcune mie scene di nudo, ora tornate a fare clamore: dopo il film "Caos Camo" sui giornali vedo infatti sondaggi tra il mio nudo e quello di Moretti, definiti "due ex symbol per signore". Ma spero che il pubblico si accorga solo della mia professionalità. Ho in uscita altri due film: "Il passato è una terra straniera" di Daniele Vicari e "Il mattino ha l'oro in bocca" di Francesco Patierno, dal 29 febbraio nelle sale, ambientato nel mondo el gioco d'azzardo e tratto dalla biografia di Marco Baldini, spalla di Fiorello». I riflettori della Berlinale l'altro ieri erano invece per Penelope Cruz, protagonista con Sir Ben Kingsley e Dennis Hopper di "Elegy" di Isabel Coixet e tratto dal libro di Philip Roth: «Il mio personaggio, Consuelo, è onesta, selvaggia e imprevedibile - ha detto la Cruz alla Berlinale, smentendo di essere mai scesa a compromessi nella sua carriera -. Consuelo si ammala gravemente e mette il carismatico professore ultrasessantenne Kapesh (Kingsley) di fronte alla sua incapacità di amare».

Dai blog