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Chiara Muti: «Il teatro, una necessità»

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Una sua collega che ha stimato tanto? «Assolutamente Valeria Morriconi ho lavorato con lei ne "La madre confidente" di Marivaux. Un esempio di attrice e di donna». Che tipo di scelte ha fatto finora? «Nella mia carriera teatrale ho fatto scelte ricercate ed attente». Perché? «Perché il teatro impegnato è quello che mi corrisponde, quello che faccio. Impegnato ovviamente non sta a me dirlo. Se è poi impegnato ben venga». Perché fa teatro? «Veramente è una mia necessità. Non potrei fare altro. Sarei incapace di fare qualsiasi cosa». «Tra i tanti riconoscimenti il premio Anna Magnani come migliore attrice giovane. «Anna Magnani è stata una grande, interprete, donna, sensibile, umana, profonda, suggestiva. Sono stata premiata nel 1996». Ed ora fa anche la regista? «Sì ho appena terminato la regia di di un'opera ispirata a Mozart». Le piace? «Sì, è un'altra delle mie passioni». Ed ora ha scelto di vivere in Francia, perché? «Francia, Parigi, una nazione colta come l'Italia, una città intraprendente. Nella Francia c'è un forte senso dell'estetica ed un grande amore per la cultura e Parigi è splendida». Figlia d'arte, papà Riccardo... «Riccardo è un nome che mi ricorda colui che mi generò. Un esempio non solo per me ma per tutti. In un momento di confusione generale un uomo intatto e coerente a se stesso». Che rapporto ha con lui? «Un rapporto Edipo ed Antigone». È innamorata? «Sì». Ma cos'è l'amore? «L'amore è il riempimento di se». Programmi futuri? «"Desideri mortali" di Ruggero Capucci al teatro Massimo di Palermo. E poi un'opera moderna dove canto anche, a Pesaro scritta da Adriano Gianneri, Giovanni Testori invece a Crema e "Le ultime sette parole di Cristo sulla croce" di Arden in alcuni teatri di Roma». Insomma un bel da fare? «Assolutamente sì. Vado fiera del mio lavoro. Sono contenta di esistere».

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