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Il tecnico Oronzo tra letterine doping e partite truccate

Lino Banfi

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La seconda parte dell'Allenatore nel pallone 2 sembra essere il vaso di Pandora in versione pallonara: dai giocatori fidanzati con le letterine, agli agenti di mercato di dubbia moralità fino al doping, dai facoltosi investitori stranieri con soldi di dubbia provenienza a calciatori che vendono le partite. Pochi accenni a Calciopoli, con l'indagine giudiziaria reale avviata dopo la stesura del primo copione, parzialmente riveduto e corretto. Spicca un ritratto non troppo velato di Luciano Moggi in versione capostazione: l'ex direttore generale della Juventus, avrebbe dovuto prender parte alle riprese del film, ma la pretesa di stravolgere il copione da parte dell'agente Lele Mora ha fatto saltare l'accordo. Ma al di là di Moggi, gran parte del mondo del calcio è racchiuso nella parodia di Oronzo Canà, messo in guardi dall'allenatore Mazzone, «accusato» da Buffon e «processato» da Del Piero, abbandonato da Francesco Totti che nell'occasione recita il ruolo dell'avvocato difensore. Nella pellicola, tralasciata la figura del tifoso inizialmente caratterizzata da una gag: l'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri ha spinto il regista a tagliare la scenetta relativa ai supporters, così come è stato volutamente censurato ogni atto che potesse volutamente mostrare una condotta violenta.

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