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Tiberia de Matteis Teatro, cinema e televisione non hanno ...

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Direttore artistico dello dello stabile abruzzese da gennaio molto soddisfatto del ruolo di Collodi incarnato nella nuova edizione di «Pinocchio», fiction targata Rai, nonché di aver affiancato Nanni Moretti nel film «Caos calmo», dal libro di Sandro Veronesi e diretto da Antonello Grimaldi, in uscita a fine febbraio. Perché ha scelto «La parola ai giurati»? «Volevo affrontare un tema scottante come la pena di morte e mi sono rivolto alla scrittura fortissima di Reginald Rose, da cui nacque il film di Sidney Lumet. Interpreto il ruolo che fu di Henry Fonda e sono il giurato n°8, destinato a seminare il tarlo del ragionevole dubbio. Mi piace l'impianto corale in cui non esistono protagonisti. La vicenda del ragazzo sudamericano che ha apparentemente ucciso il padre viene affrontata nel modo più vicino possibile alla verità. Tengo molto a questo spettacolo anche perché è la mia seconda regia dopo "La forza dell'abitudine" di Bernhard che richiedeva un approccio molto diverso». Da gennaio dirigerà un teatro stabile. Quali saranno le sue linee artistiche? «Credo che quando ci si occupa di un bene pubblico sia necessario assecondare il gradimento di chi va a teatro con gli stessi criteri per il privato, che ho imparato a conoscere grazie alla mia esperienza di attore di giro. Sono contrario a ogni forma di sperpero. Vorrei percorrere la strada di un teatro utile alla società con temi forti e attuali come "Le invisibili" di Lidia Ravera, diretto da Emanuela Giordano, dedicato all'emarginazione femminile». È molto quotato a Hollywood. Il cinema straniero è più stimolante di quello italiano? «Premetto di essere felice tutte le volte che i film italiani registrano successi di botteghino, ma la produzione odierna non mi attira. Non riesco ad apprezzare il filone giovanilistico, forse sarà invidia... Il Paese che mi alletta davvero è la Francia, la mia seconda patria, in quanto mia madre è francese. Sono molto fiero, però, di aver interpretato il fratello di Nanni Moretti in "Caos calmo" e l'autore Sandro Veronesi ha trovato interessante ed efficace la nostra differenza d'età, non prevista nel suo libro». Quali sono stati gli incontri decisivi nella sua carriera? «Tutto il lavoro teatrale con mio padre: da "Affabulazione" a "Moby Dick", a "Camper", ma anche il rapido confronto con Luca Ronconi e il percorso con Glauco Mauri. Oltre al sodalizio con Gianmarco Tognazzi, una vera svolta è stata "Il bagno turco" con un regista unico come Ozpeteck. Non posso poi dimenticare la collaborazione con Vanessa Redgrave e infine il lavoro con Bob Hoskins in "Pinocchio", in cui lui è Geppetto e io sono Collodi sia come personaggio di cui si ricostruisce la biografia, sia come voce narrante».

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