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«Un prete di frontiera che lottava per i giovani»

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Ebbi modo di parlare con lui a lungo. Due ore che volarono in fretta. Ricordo, non senza un po' di vergogna, che osservai la sua veste, non era quella da indossare nelle occasioni di festa, ma era quella di un prete di frontiera che si batteva per i diritti dei più deboli, degli emarginati, delle vittime. Non lo faceva dal pulpito, operava sul campo, tra i padroni della strada che poco sopportono chi interferisce nei loro turpi traffici. Don Benzi mi accolse come un vecchio amico, io quasi per compiacerlo cominciai a parlare sul suo libro, volevo fargli capire che lo avevo letto sul serio. Ma lui non voleva parlare di questo, non era interessato ai complimenti, voleva e sapeva ascoltare.. Ma quando interveniva sapeva essere diretto, così parlò dei giovani con una visione sicuramente più aggiornata della mia, della prostituzione e del suo lavoro per strappare le donne vittime del racket. Mi colpì il suo sguardo curioso, la sua umiltà che non mascherava la sua determinazione. Un carisma immenso che ebbi modo di constatare poco dopo. Migliaia di giovani lo aspettavano, lo cercavano, lo guardavano come a un padre, una guida. Non ho mai parlato di un libro davanti a una folla simile e così interessata. Ma si può stupire solo chi non ha avuto modo di conoscere un uomo come don Benzi.

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