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Tutte le rinascite di un genere

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Cominciamo a chiarire qual è l'epoca d'oro: il 1939 con «Ombre Rosse», regia di John Ford, con John Wayne. Già allora qualcuno disse che la perfezione era raggiunta e il resto sarebbe stato solo decadenza. Forse, ma nel '52 uscì «Mezzogiorno di fuoco», con Gary Cooper, che tutto sembra meno che un film decadente. Comunque da allora il western prese tinte crepuscolari, fino a diventare quasi fuorimoda. A rinverdirlo ci pensò il nostro Sergio Leone che, con «Per un pugno di dollari», del '64, diede il via agli spaghetti-western. Nel 1969 il più grande interprete del genere, appunto John Wayne, lascia tutti a bocca aperta e con «Il Grinta» si becca un Oscar. L'unico della sua vita. Arrivarono poi «Soldato blu» (1970), «I compari» (1971) e «Corvo Rosso non avrai il mio scalpo» (1972) a dimostrare che questo cinema, affrontato con diverse chiavi di lettura, era tutt'altro che morto. Poi, finalmente, un po' di oblio. Ma per poco. Nel 1985 «Silverado», di Lawrence Kasdan portava nuova linfa al genere. Ancora dato per morto il western ri-resuscita con «Gli spietati», di Clint Eastwood, nel '92. Il resto è cronaca. A. A.

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