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«Angel» tra dolori e passione Con Romola Garai diretta da Ozon

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Può trascorrere infatti con agiati equilibri dalle tutte sospese e interiori ricerche psicologiche di "Sotto la sabbia" alla solarità festosa di una commedia interamente al femminile come "8 donne e un mistero". Oggi osa addirittura affrontare il melodramma. Con meditato e meritato successo. Lo spunto se l'è fatto suggerire da un romanzo inglese costruito sul personaggio non sempre simpatico di una scrittrice, Angel, ripreso dalla vera vita di un'altra scrittrice abbastanza nota nell'era vittoriana. Marie Corelli. Senza seguire del tutto i tratti psicologici del testo originale che dell'Angel del titolo facevano una donna fatua, ambiziosa, senza nessun buon gusto e con pochissimo talento nonostante i molti lettori attorno, Ozon ci ha proposto un carattere femminile almeno ambivalente, pronto a mentire o a fantasticare, capace di far molti soldi con libri di scarsissimo valore, per dissiparli poi con una vita fastosa in cui il Kitsch dominava ad ogni svolta. Spostando le sue vicende negli anni della Prima Guerra Mondiale, facendole amare un uomo che, dopo averla tradita, privato in guerra di una gamba, si suiciderà per disperazione e accompagnandola fino a un mesto tramonto, senza più ispirazione e con la salute minata. I temi, appunto, di un melodramma. Ozon, però, dalla Francia spostandosi in Inghilterra e affrontando per la prima volta il costume, è riuscito a comporre un ritratto di donna che, pur tra moltissime ombre, riesce, almeno alla fine, a suscitare pietà, evocandole attorno altri personaggi e una coloratissima cornice d'epoca in cui il melodramma, pur sempre presente, si stempera in un tentativo quasi di critica. Con modi spesso anche fini. A parte infatti l'evoluzione sempre molto calda ma stilisticamente ben dosata di tutti quei sentimenti che via via esplodono, le cornici che li accolgono, con il loro vistosissimo fasto che, appunto, non esita a sprofondare nel Kitsch, e i costumi tutti vapori e piume indossati, quasi come una diva di quegli anni, dalla protagonista sanno spesso di implicito biasimo, lasciando sempre in tutto il film il segno giusto. Confermato dalla recitazione di Romola Garay, un Angel tra modi sempre falsi e dolori veri. Con un'ampia varietà di accenti. l'uomo amato è, con toni spesso ambigui, il tedesco-irlandese Michael Fassbender, una sua sorella, dedita ad Angel con passione eccessiva, è l'inglese Lucy Russell, già vista e apprezzata ne "La nodildonna e il duca" di Rohmer.

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