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Le domande di Marzullo

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Rappresenta forse il miglior veicolo per la pace, la tolleranza». È un linguaggio che unisce tutti? «Forse è l'unico linguaggio che ci accomuna tutti. Non può salvare il mondo ma può concorrere a salvare il mondo. È la voce più importante nei confronti di Dio». Dove è nato? «A Tel Aviv, nel 1955». È figlio unico? «Sì. Mia mamma di origine polacca era ebrea. Mio papà era arabo-musulmano. Mio nonno proveniva da una famiglia benestante». Da bambino voleva fare il direttore d'orchestra? «Ho amato la musica per merito o per colpa di mia madre, non so». Ma la passione basta? «È necessaria ma non è tutto. Ci deve essere sempre qualcuno che ti aiuti a sviluppare un talento che forse hai dentro. È per questo che devo tutto a mia madre, una donna molto forte. Da piccolo forse avrei preferito giocare a calcio per le stradine di Tel Aviv piuttosto che studiare». L'incontro più importante della sua vita? «Un grande come Leonard Berneisten che mi scelse nel 1968, avevo solo tredici anni come voce solista. Perché io dirigo, suono e mi piace molto cantare».

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