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Domani esce nelle sale «Rocky Balboa», scritto, diretto e interpretato da Sylvester Stallone

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Sly a 60 anni torna sul ring e si prepara per Rambo IV

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Il film, da domani distribuito dalla Fox in 350 sale, inizia e si chiude con una visita alla tomba dell'amata moglie Adriana. E subito si percepisce che il motore della storia è un misto di amore e dolore. Al suono del celebre motivo musicale con le trombe di Bill Conti, il riscatto del pugile si consuma tra allenamenti, pesi e quarti di bue frullati con i pugni. Ieri mattina, in soli venticinque minuti di incontro stampa, Stallone ha parlato di sè e dei suoi progetti. Ingrassato di 20 chili, ma sempre con i muscoli tirati al punto che faticavano a essere trattenuti nei jeans e nella sua camicia azzurra, Sly ha svelato che vuole chiudere i conti con i suoi eroi: dopo "Rocky VI", ci sarà anche un «Rambo IV e davvero animalesco». «Ero deluso di come era andato "Rocky 5" - ha esordito Stallone -. Volevo che la sua vicenda finisse in un altro modo. Da allora sono passati oltre 14 anni e sentivo il bisogno di raccontarmi ancora: "Rocky Balboa" come il primo Rocky (1976) è infatti molto autobiografico e ricorda dei momenti personali che ho vissuto. All'inizio la Mgm non voleva produrre il film. Sono serviti anni per realizzarlo. E quando ho avuto il sì, mi sono chiesto: e se ora fallisco? Ma la paura, alla fine, fa lavorare più sodo e meglio. Gli eroi a volte non hanno le ali, non volano e, come il mio pugile, hanno solo grandi muscoli per usarli in nome dell'amore. Mentre il dolore per la perdita della moglie lo fa sentire vivo e per sopravvivere esplode, altrimenti il dolore lo distruggerebbe. A Hollywood, mi hanno chiesto di fare un "Rocky contro Rambo", invece farò "Rambo IV nell'occhio del serpente". Voglio chiudere anche con la sua vicenda e nell'ultimo episodio, Rambo, dopo aver vissuto vent'anni nella giungla, sarà una specie di gorilla: un animale pieno di odio, costretto a tornare tra gli umani». L'attore e regista di origine siciliana, che «si sente italiano al 100 per cento» perchè ha «un approccio alla vita artistico, creativo ed emotivo», farà anche il film "Notorius", sulla morte del rapper Tupac Shakur, ucciso a Las Vegas nel 1996. Sly ha confessato che continua ad allenarsi «tre volte la settimana» e, se mangia «tutte le porcherie possibili», il giorno dopo si depura cibandosi «di pesce e insalata: così a 60 anni, mi sento molto più in forma di 20 anni fa».

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