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Miglior film «Playing the Victim», un Amleto in versione russa

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Festa internazionale di Roma». Il premio maggiore, il Marc'Aurelio per il miglior film, è andato al film russo «Playing the Victim» di Kirill Serebrennikov, ultima proiezione della rassegna e per questo un po' esclusa dai pronostici. «L'aria salata», opera prima di Alessandro Angelini porta a casa il premio al miglior attore, Giorgio Colangeli. Migliore attrice è stata incoronata Ariane Ascaride, francese di origine italiana protagonista di «Le voyage en Armenie» di Robert Guediguian. Un premio speciale della giuria, istituito appositamente per non far litigare i giurati, è andato a «This is England», film di Shane Meadows tra i più lodati della rassegna. Ha vinto un cinema di nicchia, forse fatto da registi e attori poco famosi, ma che credono nel loro mestiere sospeso tra arte e artigianato. Un cinema che spesso va a vedere un'élite di spettatori, ma che vuole prepotentemente offrirsi al grande pubblico. E la grande kermesse dei «piccoli artigiani» del grande schermo ha lasciato scrivere la parola «fine» al più famoso dei divi: Robert De Niro, che da ieri è cittadino italiano. Momento commovente della premiazione, con tanto di standing ovation da parte del pubblico, che ieri mattina gremiva l'Auditorium di Roma, l'attribuzione del Premio Speciale Bnl al regista recentemente scomparso Gillo Pontecorvo. Consegnato, con evidente commozione, da Giuliano Montaldo alla moglie del regista, Picci, e ai figli Marco e Simone. La vedova ha detto «Gillo ha saputo di questo premio ed era molto felice». A mani vuote Francesca Comencini regista di «A casa nostra» e Davide Ferrario con «La strada di Levi» a dimostrazione che il documentario in Italia è un genere dimenticato. «È stata una discussione serrata», ha detto il presidente della giuria Ettore Scola, senza nascondere troppo le divisioni tra i giurati e che hanno avuto per conseguenza l'istituzione del Premio Speciale per «This is England». Il lungometraggio inglese, sin dalla prima proiezione, aveva incassato applausi e consensi, mettendo d'accordo pubblico e critica. I premiati hanno accolto il riconoscimento con emozione. Per Giorgio Colangeli «è importante aver partecipato a questa prima edizione della Festa ed è significativo che sia stato premiato proprio un attore romano». Ariane Ascaride si è commossa: «Non potete sapere come sono contenta di questo premio. "Le voyage en Armenie" è un film fatto in un piccolo Paese, l'Armenia, che mi ha adottato. Ricevere questo premio a Roma, in Italia, che è il Paese di mio nonno, di mia nonna e di mio padre è un cosa bellissima - ha detto l'attrice visibilmente emozionata - è come essere tornata a casa». Shane Meadows è molto felice soprattutto perché questo riconoscimento potrebbe cambiare la vita del tredicenne Thomas Turgoose, straordinario protagonista del lungometraggio. Thomas ha alle spalle un'infanzia difficile: infatti si trovava in un centro di rieducazione per ragazzi. I critici sono rimasti tutti impressionati dalla sua interpretazione. L'uomo del giorno, Kirill Serebrennikov, vincitore del premio principale con «Playing the Victim», ieri era, comprensibilmente, raggiante: «La felicità è Roma - ha detto - Conosco il cinema italiano da quando ero piccolo: ce l'ho nella testa, nel cuore e nell'anima. I grandi interpreti italiani sono diventati miei amici e compagni di strada, così come Ettore Scola. Non avrei mai immaginato di ricevere un premio così a Roma». La Festa ha distribuito anche altri premi: premio Lara (Libera associazione rappresentanti e artisti) a Ninetto Davoli per l'interpretazione nel film «Uno su due», di Eugenio Cappuccio. Premio Cult al migliore documentario a «Deep Water» di Louise Osmond e Jerry Rothwell. Premio Blockbuster, assegnato dalla giuria dei noleggiatori Blockbuster, al film di Giuseppe Tornatore «La sconosciuta». Soddisfatto il presidente del Comitato direttivo della Festa di Roma, Goffredo Bettini: «Avevamo tre obiettivi: il coinvolgimento di tutta Roma alla festa, la s

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