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Piatto ricco per gli amanti del thriller satanico

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UN NOIR costruito come un orologio: con tutti i personaggi al posto loro, i colpi di scena, gli episodi sanguinosi abbastanza moderati e la tensione tutta data dalle atmosfere. È «Il consiglio di pietra», basato sul romanzo di Jean-Christophe Grange, che miscela con estrema sapienza thriller e antichi riti magici. Siamo ai giorni nostri e il film vede protagonista una bella signora (una Monica Bellucci ingrigita, con capelli corti e abiti castigatissimi), che ha adottato un bambino piccolo nato in una remota regione dell'ex Unione Sovietica. I rapporti tra il bambino, che ormai ha sette anni, e lei, che è sola, perciò una ragazza madre, sono perfetti e la vita tranquilla finché non iniziano a verificarsi strani eventi. Sul corpo del piccolo appare un misterioso segno dal significato, evidentemente, magico; madre e figlio fanno sogni straordinari e inquietanti; strani figuri appaiono nella vita dei due. Dal passato del bambino, proveniente da una zona dimenticata della Mongolia e portato in occidente a pochi mesi, emerge una storia che segnerà indelebilmente la vita di madre e figlio. Ha firmato la regia Guillaume Nicloux, specializzato in noir, che si è affidato quasi del tutto al fascino magnetico di Monica Bellucci e l'attrice italiana dimostra di saper padroneggiare disinvoltamente un ruolo per lei inedito. Tra i temi presentati e le vicende narrate non c'è veramente nulla di nuovo, ma la mano di Nicloux è sapiente e sa inchiodare sulla poltrona lo spettatore. Personaggi spietati, riti antichissimi e Paesi lontani ballano sullo schermo a ritmi veloci e ammalianti. Con atmosfere che ricordano «Rosemary's baby» e il migliore Dario Argento, «Il consiglio di pietra» piacerà agli appassionati del genere. Gli altri è meglio che scelgano un altro film. A. A.

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