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«L'Academy capitalista non premia i migliori»

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Il regista dopo la nomina

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Con la barba lunga, che non si era tagliato per «motivi scaramantici», Emanuele Crialese, già Leone d'argento rivelazione per «Nuovomondo», svela però che «agli Oscar non vincono sempre i migliori». E lo dice un regista che ha vissuto negli Usa dieci anni, facendo il cameriere e studiando all'Università. Per Crialese, oltreoceano domina «il discorso capitalista, in un gioco di distribuzioni. Vincono i film che investono più soldi: i giurati sostengono più le pellicole costate 250 milioni di dollari che quelle con un budget di soli 50. La mia non è certo una storia buonista». E aver trattato con garbo la questione sull'eugenetica «è stata una scelta per dare equilibrio al film. È facile accanirsi su queste cose per partito preso, ma per farlo ci sono i documentari. Io stesso ne realizzerò uno su quei temi, dal titolo "Black Drop". Ma con questo film volevo raggiungere il pubblico americano e non con la solita storiella mediterranea. "Nuovomondo" potrebbe andare in cinquina perché è una storia che racconta gli americani, ma anche il sogno che noi abbiamo di loro». Riguardo ai suoi concorrenti italiani in corsa per gli Oscar, Crialese confessa che «Romanzo criminale» di Placido non l'ha ancora visto. Mentre «Il caimano» di Nanni Moretti, «non mi ha acchiappato più di tanto nè coinvolto». Analogo giudizio, Crialese lo esprime per «Volver» di Amodovar, scelto per gli Oscar dalla Spagna: «è un film bellissimo, ma non il migliore di Almodovar. Gianni Amelio è invece il regista da cui ho imparato di più negli ultimi venti anni e mi piacciono molto anche Bechis e Sorrentino». La soddisfazione anima pure il vicedirettore generale della Rai e di Raicinema, Giancarlo Leone. «Nuovomondo» in America avrà il titolo di «Golden Door» con una distribuzione «che dia garanzia di promozione. Il film — ha agiunto Leone — in sala ha già incassato 750.000 euro in dieci giorni di programmazione». Crialese dovrà vedersela ora con i rivali internazionali: oltre allo spagnolo Almodovar, è favorito «Water», che rappresenta il Canada, dell'indiana Deepa Mehta, a Roma per promuovere il suo film che denuncia la violenza sulle donne.

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