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L'ultima cena a New York con le ostriche Sepolta accanto alla stele del suo Panagulis

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Da tempo malata di cancro al polmone, era tornata una settimana fa con un volo privato da New York, la città dove risiedeva e dove, il 2 settembre, aveva cenato per l'ultima volta con ostriche e champagne dopo aver già ricevuto l'estrema unzione. Per volere della Fallaci non ci sarà una funzione funebre: la salma sarà tumulata nel cimitero degli Allori, accanto al cippo che ricorda Alexos Panagulus, l'eroe della resistenza greca da lei amato fino alla morte di lui in un sospetto incidente stradale, e celebrato nel romanzo «Un uomo». Oriana aveva iniziato giovanissima la carriera giornalistica, come inviata speciale e poi come corrispondente di guerra per L'Europeo: dal 1967 in Vietnam, poi nella guerra Indo-Pakistana, in Sud America, in Medio Oriente. Il 2 ottobre 1968, durante una manifestazione contro le Olimpiadi a Città del Messico, rimase ferita: la portarono all'obitorio credendola morta. Aveva intervistato, tra gli altri, Yasser Arafat, Mohammad Reza Pahlavi, Indira Gandhi, l'ayatollah Khomeini, e Muammar Gheddafi. I suoi libri avevano venduto 20 milioni di copie. Tra i più famosi "Lettera a un bambino mai nato", "Insciallah", "La Rabbia e l'orgoglio", che aveva provocato grandi polemiche per la condanna dell'Islam.

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