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di DORA SIANI È INIZIATO il conto alla rovescia per la 63esima Mostra del Cinema di Venezia che aprirà ...

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Il film tratto dal romanzo di James Ellroy costruisce un racconto di ossessione, amore e corruzione, avidità e depravazione, intorno alla storia vera dell'omicidio di una starlet di Hollywood. Un delitto efferato che sconvolse l'America nel 1947 e che tuttora resta un mistero. A parlarne per primo è stato proprio l'altro giorno, a Roma, uno dei protagonisti, il californiano Aaron Eckhart che veste i panni di un poliziotto duro, un pugile che sfodera i suoi muscoli in un poderoso scontro con Hartnett. Uno scontro che si dipana in un emblematico mistero, lo stesso che sembra avvolgere gli umori del direttore della Mostra del Cinema, Marco Muller, costretto proprio ieri a digerire una massiccia campagna stampa che sta portando in testa la Festa Internazionale del Cinema di Roma. A colpi di articoli, scoop e star, i due festival sembrano dichiarare apertamente una rivalità sommersa. O meglio, celata dietro a dichiarazioni di buonismo diplomatico. Se da un lato Walter Veltroni, ideatore del festival capitolino, parla di sinergie con Venezia, dall'altro, Muller dichiara che le rivalità non esistono e che il pedigrée artistico sulla laguna resterà intoccabile. Intanto, si sprecano le attese e le parole. E gli animi dei registi, dei distributori, dei compratori stranieri e della stampa, non si placano. Tutti restano alla finestra a guardare. Certamente la qualità artistica del festival veneziano non deluderà nemmeno quest'anno. Lo dimostrano le opere scelte nel concorso. La bandiera italiana sventola con orgoglio presentando ben due film attesissimi: «La stella che non c'è» di Gianni Amelio con Sergio Castellitto e Tai Ling, e «Nuovomondo» (The Golden Door) di Emanuele Crialese. Entrambe storie sulle migrazioni. Se il personaggio di Castellitto vola a Shanghai e poi da una città all'altra, seguendo il Fiume Azzurro, fino alla Mongolia meridionale, tra emozioni, rabbie e incontri, il protagonista (Vincenzo Amato) diretto da Crialese, ricorda le scelte difficili dei nostri emigranti siciliani che lasciavano le proprie terre alla ricerca del Nuovo Mondo. Particolarmente atteso anche il film «The Queen», coproduzione tra Italia, Francia e Gran Bretagna, che racconta, grazie a un regista raffinato come Stephen Frears, la storia della principessa Diana, alternando finzione e immagini di repertorio. Emerge così il ritratto soprendente di Lady D., un ritratto che diventa a tratti intimo e toccante. E persino divertente, quando si narra delle peripezie di una famiglia reale in crisi. Ad interpretare la principessa è Helen Mirren, una delle attrici inglesi più popolari e apprezzate in tutto il mondo. La novità di questa edizione, dopo i successi della Storia Segreta del Cinema Italiano e quella del Cinema Asiatico, sarà la Storia Segreta del Cinema Russo realizzata in collaborazione con la Sovexportfilm di Mosca. Andrà invece al cinese Zhang Yuan, regista di «Diciassette anni» e «La guerra dei fiori», il premio Robert Bresson 2006 dell'Ente dello Spettacolo. Il riconoscimento sarà consegnato il 5 settembre sul Lido di Venezia. Yuan riceverà il premio da Monsignor John Patrick Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Giunto alla VII edizione, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il premio è attribuito al regista che abbia dato una testimonianza significativa del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale della vita. Ma affinché la Mostra continui ad essere luogo di consacrazione di autori affermati, senza tralasciare la sua funzione di scoperta di nuovi talenti, «è necessario proseguire nel progetto pluriennale che ci siamo dati all'inizio del nostro mandato — ha dichiarato il presidente Davide Croff —. Occorre la stabilizzazione e l'ampliamento delle sedi; la collaborazione ad ampio raggio con altri soggetti di prestigio in Italia e

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